Violenza sempre più cupa
Tre anni dopo quello che a tutt'oggi rimane uno degli esordi più sorprendenti del cinema coreano, il regista di The Chaser, dirige, riscuotendo grande successo a Cannes, The yellow sea, film che per molti aspetti sembra continuare lungo il sentiero tracciato dalla bellissima opera prima.
E' ancora un thriller, frenetico, spietato, eccessivo se vogliamo , ma che ha la sua ragione di esistere, non apparendo assolutamente nulla forzato o incoerente.
La storia è quella di un taxista che vive miseramente in una zona abitata da sino-coreani, malvisti sia dai cinesi che dai coreani, oberato di debiti contratti col gioco, con la moglie rientrata in Corea del Sud a cercare fortuna di cui però ha perso le tracce (e i soldi che gli doveva mandare).
Quando un boss locale gli offre l'occasione di ripianare i suoi debiti compiendo un omicidio a Seoul, Gu-nam accetta, improvvisandosi killer.