Giudizio: 6.5/10
Mentre tutto il paese seguiva con inaudita passione ed interesse le sorti della nazionale di calcio impegnata nella finale per il terzo posto dei Campionati del Mondo di calcio disputati proprio in Corea del Sud, nelle acque contese del Mar Giallo, a cavallo di quella Northern Limit Line che costituisce da anni motivo di disputa tra le due Coree, si svolgeva quella che passò poi alla storia come la seconda battaglia di Yeonpyeong, giunta al culmine di mesi di scaramucce dimostrative ma , fino a quel fatidico 29 giugno, innocue da almeno tre anni subito dopo un episodio analogo che viene ricordato come prima battaglia di Yeonpyeong.
Il film di Kim Hak-soon, uno dei più grandi successi della stagione cinematografica coreana, racconta quel tragico evento che si concluse con la morte di una ventina di soldati , da ambo le parti, e svariate decine di feriti, ma lo fa in maniera tutto sommato poco spettacolare, non delegando cioè alle immagini della battaglia, tutto il cuore narrativo del film.
Per ben oltre la metà del film infatti vediamo in rassegna i vari personaggi che saranno poi i tragici protagonisti, raccontati con la finalità di mostrarceli nei loro aspetti più umani, quasi spogliandoli della divisa: l'ufficiale in comando che vuole seguire le orme del padre ed ottenere quanto a lui non fu concesso per un peccato di sensibilità, il giovane dentista appena arrivato a bordo, l'ufficiale dallo sguardo duro ma che nasconde una profonda umanità, storie personali piccole, di giovani come tanti.
La faccenda bellica viene preparata mostrando le continue esercitazioni alle quali è sottoposto l'equipaggio, le frequenti e frettolose partenze delle corvette alla segnalazione di sconfinamenti di pescatori o di navi nemiche, i tentennamenti dello stato maggiore indeciso su come fronteggiare il pericolo costante.
Insomma Northern Limit Line cerca di sfuggire all'ingabbiamento nel genere docu-film , proprio perchè non si limita ad una cronaca nuda e cruda ma cerca di instillare quello spirito eroico e nazionalistico, come è ovvio che sia, che possa accrescere l'importanza emotiva che ricopre l'evento;
solo nel finale cede alla cronaca quando mostra le immagini di repertorio dei funerali solenni dei morti e le interviste, sui titoli di coda, di coloro che sulla corvetta PKM-357 vissero quei tragici momenti.
Considerato il forte spirito nazionalistico che anima i coreani del sud, a maggior ragione quando si parla del pericolo comunista del nord divenuto per anni una vera ossessione, il film di Kim si mantiene su livelli accettabili di retorica nazionalista senza risultare mai fastidioso.
Chi ha amato i grandi film classici sulle battaglie in mare, troverà Northern Limit Line un film ben fatto, sia nell'aspetto più propriamente bellico che nella lunga fase di preparazione che precede la battaglia.
Tra gli attori vanno segnalati Kim Mu-yeol, nel ruolo del comandate della corvetta, forse il personaggio più profondamente indagato e Jin Goo, l'ufficiale che stoicamente resiste alla menomazione fisica e che paga con la vita, recuperato in mare diverso tempo dopo nel relitto della corvetta affondato.
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