Giudizio: 7.5/10
Il primo lungometraggio di Chang Jung-chi nel 2012 fu di quelli folgoranti: Touch of the Light riscosse enormi riconoscimenti tra cui anche il Black Dragon Award al FEFF del 2013, opera che mostrava un sicuro talento da parte del giovane cineasta taiwanese, sebbene il film abbia probabilmente ricevuto più successi di quanto meritasse.
Partners in Crime è il secondo lavoro di Chang, il quale supera a pieni voti la prova più difficile, quella della conferma, con una opera che molti versi è anche superiore alla prima.
I temi del lavori d'esordio ( amicizia, riscatto, affermazione ) lasciano il posto a tematiche più sottili, forse anche più difficili, soprattutto perchè il regista sceglie per la sua storia il filone del thriller, molto sui generis, che va a incastonarsi in una storia di adolescenza difficile.
Il film si apre con l'apparente suicidio di una studentessa, di quelle sempre silenziose, sfuggenti, intorno alla quale si intrecciano chiacchiere e pettegolezzi; a trovare la giovane morta in un vicolo sono tre studenti della stessa scuola che frequentava la ragazza, seppur in classi diverse, tre ragazzi che neppure si conoscono ma che quella coincidenza conduce ad una rapida confidenza nel tentativo di scoprire perchè la ragazza sia morta.
I tre ragazzi rappresentano il prototipo degli studenti che spesso vediamo rappresentati nei film taiwanesi ed orientali in genere: Huang Li-huai timido , vessato e problematico, Yeh Yi-kai il cavallo pazzo ribelle e Lin Yung-chun lo studente medio di successo ; i tre si infilano persino nella casa momentaneamente vuota della vittima per frugare tra le sue cose in cerca di indizi, che puntualmente arrivano attraverso deduzioni magari un po' frettolose.
Ben presto però la cosa sfugge di mano ai tre per un drammatico quanto involontario incidente, nonostante ciò si arriverà alla verità che sarà ben diversa da quanto ci si potesse aspettare.
Partners of Crime è uno di quei film che man mano che avanza è capace di crescere di intensità e di interesse, non solo per gli aspetti da thriller che presenta , ma anche perchè la regia di Chang è funzionale al progressivo e incalzante interesse che l'intrigo porta con sè.
Cambio frequente di prospettive, salti temporali rapidi, il dipanarsi del mistero che si svolge davanti agli occhi senza ricorrere a colpi di scena, personaggi che acquistano profondità lentamente ed efficacemente: insomma Chang Jung-chi mostra un tocco molto personale nella regia che permette al film di regalare una buona dose di originalità.
Gli aspetti psicologici della storia che sembrano a volte far deragliare il film verso binari da mistery sono trattati in maniera tutt'altro che pedante, così come l'immancabile ambientazione scolastica, dominante per almeno l'80% del film, sembra più una scelta funzionale alla creazione di una atmosfera simil-claustrofobica; piccolo neo la scarsa profondità del personaggio della ragazza morta, intorno alla quale, bene o male , la storia ruota per buona parte.
In fin dei conti anche questo Partners in Crime è film che va ad approfondire il tema dell'amicizia, come lo fu il lavoro d'esordio del regista; l'amicizia che si insegue e si cerca per non rimanere soli e per poter condividere con qualcuno frammenti della propria vita, una amicizia però che può creare legami pericolosi e approdare a lidi inaspettati.
E' comunque più che convincente la seconda prova di Chang, un film che punta essenzialmente alla creazione di un'atmosfera inquietante e di un gioco ad incastri speculari, oltrepassando la semplice tematica del disagio giovanile per presentare problematiche più ampie.
I tre protagonisti sono egualmente bravi: Wu Chien-ho , Teng Yu-kai e Cheng Kai-yuan reggono bene il film per larga parte dimostrando, ognuno per il suo ruolo, quasi delle capacità innate di recitazione.
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