Giudizio: 7.5/10
Sachio è uno scrittore di successo che perde la moglie in un incidente stradale durante una vacanza con la sua migliore amica; in quel momento lui se la sta spassando con un’altra donna , sintomo di un rapporto coniugale tutt’altro che saldo.
In più di una occasione l’uomo si trova costretto a recitare la parte del marito distrutto dal dolore, soprattutto in trasmissioni televisive piuttosto invadenti; inizia a frequentare il marito dell’amica della moglie morta anch’essa nell’incidente; forse alla ricerca di nuove ispirazioni, animato da un certo cinismo opportunista che il protagonista ci spiattella davanti in un prologo-dialogo con la moglie prima della morte di quest’ultima, Sachio si offre di badare ai figli in tenera età dell’uomo: una ragazzina in età prescolare vivace e il fratello maggiore che mostra più della piccola i segni della recente perdita.
Ben presto nel protagonista si farà strada un forte legame coi ragazzini; di pari passo si crea anche un legame d’amicizia con il loro padre, sebbene, Sachio guardi a lui come ad un sempliciotto dai modi rudi ; inoltre il lungo processo di elaborazione del lutto subisce un duro colpo quando l’uomo scopre una breve nota della moglie nella quale affermava il totale disinteresse affettivo per lui: da quel momento nel protagonista inizia una lenta e costante metamorfosi che procede di pari passo con l’accettazione della perdita della moglie; il suo cinico opportunismo inizia a vacillare e si fa strada in lui una nuova visione della propria esistenza.
Miwa Nishikawa è regista con alle spalle già alcuni lavori, scrittrice, autrice del romanzo cui si ispira il film ( ad impronta autobiografica, come ha dichiarato) e con un felice apprendistato artistico sulle orme di Hirokazu Kore-eda.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it
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