Giudizio: 7.5/10
The Shameless del regista coreano Oh Seung-uk, un solo lungometraggio all'attivo risalente al lontano 2000, si presenta come un tentativo in larga parte riuscito di deragliare dal consolidato binario del thriller coreano tutto azione e grande costruzione tecnica in favore di un racconto molto più intimo, di atmosfera molto più simile al noir con forte influsso americano e francese.
Pur mantenendosi in territori convenzionali e con una storia tutto sommato lineare, Oh costruisce un racconto nel quale i personaggi in primis, molto caratterizzati ed appartenenti a stereotipi ben riconoscibili, sono il fulcro della narrazione lasciando sullo sfondo le scene d'azione, brevi e tutt'altro che roboanti, in favore di una atmosfera che si costruisce lentamente caricandosi di morbosità e di suspance.
Come detto lo schema narrativo non ha nulla di originale: abbiamo il poliziotto Jung che è sulle tracce di un assassino il quale a sua volta è in fuga dai suoi ex compari visto che ha tirato un bello sgarbo alla organizzazione cui faceva parte; abbiamo la femme fatale, amante dell'assassino ed ex amante del capo, tenuta praticamente in ostaggio in attesa che il suo uomo saldi i conti con i malavitosi e che lavora in uno squallido bar-bordello; abbiamo i soliti poliziotti violenti e spregevoli e i soliti malavitosi privi di alcun scrupolo giusto per ricordarci che sempre di film coreano si tratta.
Jung è convinto che l'unico modo per arrivare a Park , il ricercato, sia mettersi alle costole dell'amante , per cui si infiltra facendosi assumere come direttore del locale presso cui lavora la donna, spacciandosi con essa come un ex compagno di cella di Park.
Il piano potrebbe funzionare se da un lato i colleghi poliziotti non fossero ottusi e corrotti e se , soprattutto, Jung non subisca il fascino di Kim , la donna del ricercato, con la quale inevitabilmente si crea una pericolosa liaison, sfruttando il ben consolidato paradigma dell'incontro di due anime in pena.
Per Jung giunge alfine il momento di dover scegliere tra la sua moralità (discutibile) di poliziotto e il desiderio di dare una svolta dalle venature sentimentali alla sua vita.
E propio il tema della svolta è il filo sottile che unisce i tre personaggi meglio disegnati dal regista: superare il lato oscuro di ognuno di essi attraverso una rinascita lontano dalle ombre inquietanti.
The Shameless , come detto, molto più che del tono da thriller si nutre di quello da noir cupo senza mai andare troppo sopra le righe e ottimamente contrappuntato da una bella colonna sonora , ed è proprio la misura con cui Oh Seung-uk costruisce il racconto che fa della pellicola un interessante tentativo di discostarsi da un genere, il thriller coreano appunto, ormai iperconsolidato e apprezzato.
Il legame che si crea tra Jung e Kim è la diretta conseguenza della buona analisi dei personaggi che imbastisce il regista: due anime in pena dal passato pesante e un presente incerto e vacillante che cercano una via d'uscita eticamente sostenibile.
Il finale tutt'altro che consolatorio sembra segnare in maniera categorica l'appartenenza dei tre personaggi principali a quella schiera di eroi sporchi senza possibilità di redenzione.
Se Park Sung-woong si conferma abilissimo nei ruoli al limite e Kim Nam-gil ben si presta al personaggio tenebroso del poliziotto , la vera mattatrice è la straordinaria Jeon Do-yeon che come tutte le femme fatale che si rispettino sa mostrare con grande bravura sia il suo lato oscuro che quello debole e fragile.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.