Giudizio: 7/10
Conosciuto finora per la sua apprezzabile e vasta attività teatrale come regista , scrittore e autore di interessanti riletture di opere classiche (Cechov, Shakespeare,Tennessee Williams tra gli altri), Benedict Andrews, australiano di nascita e formazione ma islandese si adozione, visto che a scelto Reykjavik come residenza abituale, confeziona la sua opera prima cinematografica partendo da una piece teatrale di David Harrower: Una è lavoro per molti versi coraggioso, inevitabilmente controverso e aperto a molte, forse anche troppe, letture, proprio perché il regista ha fortemente impostato il racconto tenendo ben presente che di lavoro teatrale originale si tratta.
Una è una giovane donna dalla vita scialba e sregolata consumata in serate in discoteca tra alcool e rapporti sessuali occasionali e squallidi nei bagni dei locali; la sua esistenza è pesantemente segnata da quindici anni dal ricordo della relazione che ebbe a 13 anni con Ray, un amico del padre, ben più grande di lei.
Una mattina la donna decide che è il momento di affrontare il suo passato e di presentarsi di fronte all’uomo che lei amò e dal quale fu abusata , anche se poi tecnicamente vedremo che così non fu in effetti; Ray nel frattempo ha anche cambiato nome dopo la condanna che subì nel processo e i relativi anni di galera.
Lungi dallo scavare nel torbido e nel pruriginoso il racconto che sostiene Una è una dolorosa ricerca fatta da entrambi i personaggi sulla vera natura di quel rapporto: fu pedofilia in senso stretto? fu un amore impossibile? fu violenza e sopraffazione? Questo il film non ce lo dice chiaramente, quello che importa ad Andrews è di indagare in un passato che ha segnato la vita di entrambi e scoprire cicatrici che ancora gemono sangue, tratteggiare quello che che l’episodio di 15 anni prima ha lasciato nel profondo dell’animo dei due protagonisti.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it
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