martedì 9 febbraio 2010

Curiosity kills the cat ( Zhang Yibai , 2006 )

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Storia torbida nella Cina ricca e moderna


Una bella storia plurisfaccettata è quella che racconta Zhang Yibai, con pochi eventi tra loro concatenati  visti e scrutati da varie angolazioni, ognuna delle quali  con una impronta individuale dietro la quale si celano tensioni emotive e sociali.
Il tutto a prima vista può sembrare il classico triangolo amoroso piuttosto torbido con varianti impazzite che si inseriscono nel racconto: John è sposato con Rose, figlia del suo datore di lavoro e con la passione per la coltivazione delle rose, sono ricchi e vivono in una sontuosa casa; John ha un'amante , Sharon, che utilizza i soldi  ricevuti da lui a mo' di liquidazione per la fine del rapporto per comprarsi un negozio attiguo al condominio di lusso dove abita l'amante, ben intenzionata a perpetuare, con le buone o con le cattive , la relazione.
Momo è una giovane fotografa che passa il tempo a scrutare e imprimere su pellicola la realtà , soprattutto quella nascosta , che la circonda ed infine Liu Fendou è un'addetto alla sicurezza del condominio in cui abitano John e Rose, che neppure troppo a caso, si ritrova coinvolto nei torbidi eventi.
Tutto ciò viene raccontato sotto varie ottiche , che sono quelle dei protagonisti, che si incrociano nello spazio e nel tempo e che denotano l'approccio personale all'ingarbugliata storia: c'è la curosità quasi maniacale di Momo , dalla quale nasce tutto, c'è la voglia di emancipazione di Sharon che non si ferma di fronte a nulla, c'è la rivalsa sociale e l'avidità di Liu Fendou, pesantemente condita da una morbosa attrazione per Rose, che a sua volta, pur apparendo la più inquadrata di tutti è alla fine la vera burattinaia di questa tragedia a forti tinte sensuali.
Nonostante questo impianto, che potrebbe far pensare ad un film ostico  e nonostante i frequenti salti temporali, la storia scorre molto piacevolmente, senza alcun ostacolo, con una progressivo substrato fatto di tensioni emotive, sensualità ed erotismo: tutto insieme concorre a creare un clima da thriller infarcito di situazioni torride, femme fatale e vittime predestinate.
Sullo sfondo una lucidissima descrizione di una Cina nuova, aggressiva, molto occidentale ,con sfarzo ostentato da parte della neo-borghesia, avidità , contrapposazione sociale e voglia di riscatto, tutti temi ricorrenti nella nuova cinematografia cinese che non manca mai di affiancare alla richezza appena ottenuta (da pochi) , la povertà e lo squallore in cui versano in molti. Un oscillare continuo quindi tra tradizione e progresso, richezza e povertà.
Zhang Yibai si dimostra regista molto valido, dirigendo il film con lucidità ed efficacia notevoli, manovrando i tasselli della storia con sapienza, fino a metterli tutti al loro posto alla fine del film. Ridonda forse troppo nell'ostentazione di una certa raffinatezza che vuol essere nello stile e nelle immagini, ma , a parte questo, il film risulta bello e ben costruito.
Tra gli attori, bravissima Carina Lau nel ruolo di Rose, capace di miscelare freddezza, sensualità e dolore con la consueta bravura che già conosciamo.

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