martedì 3 agosto 2010

La ragazza sul ponte ( Patrice Leconte , 1999 )

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La fortuna e l'amore


A dieci anni di distanza dal bellissimo Mr Hire, Patrice Leconte regala un altro film di quelli destinati ad essere ricordati: lancia in maniera definitiva Vanessa Paradis che trova la consacrazione come attrice con l'inevitabile paragone con Brigitte Bardot, di cui i francesi attendono ancora la reincarnazione di celluloide, regala a Daniel Auteuil un ruolo che sembra cucito su misura per lui, immerge i due in una atmosfera fatta di dolce vita anni cinquanta e di influssi felliniani, e soprattutto si diverte a parlare di amore,destino e fortuna con un tono disincantato e leggero.
La  storia, dalla trama scarna , si impernia su Adele, giovane che dalla vita vorrebbe voracemente assorbire tutto, cui la fortuna sembra aver girato definitavemente le spalle al punto di portarla a tentare il suicidio da un ponte parigino, dove Gabor, altro cui la vita ha mostrato le sue varie facce, tenta di dissuaderla offrendole un lavoro come bersaglio nel gioco circense del lancio di coltelli, occupazione per la quale cerca sempre i collaboratori tra gli aspiranti suicidi.

Il rapporto tra i due , sempre improntato all'insegna della professione, si tramuta presto, in maniera sotterranea, in attrazione reciproca che trova il suo sfogo immaginifico solo nel momento dello spettacolo, con i coltelli che sfiorano Adele e le procurano una sottile forma di piacere quasi sessuale.
Quando le due strade si separeranno, ognuno dei due andrà incontro ad una infelicità che sembrava ormai alle spalle e l'epilogo che circolarmente chiude il film ancora su un ponte, stavolta a Istanbul e a parti invertite, sembra indicare una definitiva scelta  del fato.
Girato in un bianco e nero molto caldo girovagando per il Mediterraneo, Laconte si interroga su cosa è la fortuna e come l'amore si interfacci con essa, disegna due personaggi ,che non possono non richiamare alla mente Gelsomina e Zampanò de La strada , nella loro continua sfida alla sorte rappresentata dai coltelli sibilanti che sfiorano la ragazza e che trovano la loro fusione in un rapporto di sentimenti cercati e vissuti assieme.
La bravura della Paradis e di Auteuil arricchisce ancora di più il ritratto dei due protagonisti , verso cui lo spettatore prova immediata simpatia e affetto, e se da un lato il tenero cinismo dell'uomo strappa anche sorrisi , la conturbante sensualità della ragazza sprizza erotismo da tutti i pori, raggiungendo il massimo nei momenti in cui si offre al sibilo del coltello che la sfiora.
E' una delle prove cinematografiche più interessanti e valide di Patrice Leconte che, seppure con qualche mezzo passo falso, dimostra di essere uno dei registi più bravi del cinema francese.

4 commenti:

  1. Non mi ha convinto a pieno questo film, a mio parere fa più parte del Leconte in ribasso, gli attori sono bravi , è vero, però mi è sembrata quasi una favoletta romantica.

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  2. Partendo dal presupposto che di autore non sempre "leggibile" si tratta, credo sia normale che il film possa non piacere, a me ad esempio deluse molto Il marito della parrucchiera , da altri quasi osannato; trovo che la semplicità e la leggerezza ( che non vuole dire superficialità) con cui racconta due vite così al limte sia un grandissimo pregio del film.

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  3. Magari è come dici tu, ma a me non ha convinto affatto, senz'altro ha diretto film più belli.

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  4. Che abbia diretto film migliori non c'è alcun dubbio, ma questo, se si accettano le regole del gioco, a mio avviso è valido.

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