Giudizio: 7.5/10
E’ ambientato nel 1959 il terzo capitolo della saga incentrata sulla figura di Ip Man diretta da Wilson Yip ed inizia idealmente dove l’avevamo lasciata al termine del secondo, col giovane e impertinente Bruce Lee che si presentava alla porta del maestro chiedendo di poter diventare suo allievo; sono passati alcuni anni e il ragazzino è diventato ora un giovane prestante ma sempre con un filo di arroganza e lo vediamo nuovamente ala porta di Ip Man dove regala una dimostrazione al maestro di velocità e di doti tecniche.
In quegli anni Hong Kong stava diventando a grandi passi la metropoli cosmopolita che conosciamo , la ricchezza ed il benessere iniziavano a diffondersi e con esse il crescere della delinquenza sostenuta da bande di bulli, alcuni fuoriusciti dalle scuole di kung fu, al soldo di faccendieri stranieri senza scrupolo alla ricerca del facile guadagno.
Quando una di queste bande si presenta alla porta della scuola elementare che il figlio del maestro frequenta reclamandone la proprietà dietro un truffaldino acquisto, Ip Man diventa il paladino dei deboli contrapponendosi alla prepotenza dei delinquenti.
Dall’altro lato il maestro deve far fronte anche all’ambizioso Cheung, proveniente dalla sua stessa scuola, che è deciso a dimostrare la sua superiorità nel wing chun , sebbene il suo principale scopo sia quello di metter su soldi in fretta visto che il suo umile lavoro di guidatore di risciò glielo impedisce.
Alla fine lo scontro con li diavolo straniero che muove le fila dei delinquenti e il duello che dimostri una volta per tutte la superiorità di Ip Man va ad intersecarsi con il doloroso destino della moglie del maestro affetta da cancro.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it
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