Giudizio: 8/10
Con The Final Master il regista e sceneggiatore Xu Haofeng chiude il trittico cinematografico ispirato all’omologo letterario dello stesso autore: dopo The Sword Identity e Judge Archer, il nuovo lavoro, che arriva dopo la collaborazione di Xu con Wong Kar Wai per The Grandmasters, è il tassello finale di una rilettura molto personale e a tratti affascinante del mondo delle arti marziali.
Qui il racconto si focalizza negli anni trenta alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale a Tianjin considerata la culla delle arti marziali del nord della Cina: in città arriva il maestro Chen , esperto in Wing Chun una delle arti tipiche del sud, con l’intenzione di aprire una scuola per tenere fede ad una promessa fatta al suo defunto maestro.
Nella patria degli stili del nord troverà l’ovvia avversione dei maestri della città e per potere aprire la sua scuola dovrà confrontarsi con le altre presenti.
Chen troverà per moglie una giovane ragazza che lavora come cameriera in un ristorante ed il primo allievo che dovrà affrontare i combattimenti con le altre scuole.
Ben presto però sarà chiaro che l’uomo si è infilato in un pericoloso labirinto pieno di ingranaggi che vede le scuole , e soprattutto la potentissima maestra Zou, brigare con i potere locali legati ai signori della guerra ancora in auge in quella zona della Cina; per Chen giunge il momento di risolvere il conflitto tra la sua ambizione personale e il senso di giustizia e di sopravvivenza.
La prima cosa che balza prepotente agli occhi è che rispetto ai lavori precedenti, forse troppo intimisti e impregnati dell’aspetto filosofico, The Final Master è opera che ha un buon ritmo, combattimenti coreografati in maniera eccellente, oltre che un tessuto narrativo decisamente più solido.
La recensione completa può esser letta su LinkinMovies.it
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