Giudizio: 7.5/10
In quell'estremo lembo settentrionale dell'Europa, splendido confine desolato del mondo, che è l'Islanda vivono Gummi e Kiddi , due fratelli dall'aspetto rude e arcigno che dedicano la loro vita all'allevamento di una antica razza di pecore, principale risorsa del paese insieme alla pesca; i due uomini vivono in due fattorie attigue , si guardano in cagnesco da lontano, si scambiano rarissimi messaggi acrimoniosi attraverso il cane: sono ormai decenni che i due omaccioni non si parlano per un motivo che non sappiamo ma che forse possiamo intuire.
Gummi è quello più propenso ad accettare le regole a vivere in maniera più convenzionale, Kiddi invece è un anarchico spirito libero, racchiuso nel suo isolazionismo; la vita per i due scorre tra gli amati montoni e le pecore che trattano come fossero loro figli, in perfetta simbiosi.
Tra i rari passatempi la gara annuale che assegna il premio al miglior montone; al termine del concorso Gummi, deluso dall'essere stato sconfitto dal fratello, scopre che il montone vincente potrebbe avere una temibile malattia virale che colpisce l'apparato nervoso delle pecore.
Quando i sospetti si rivelano fondati le autorità veterinarie decidono di abbattere tutti i capi e proibire per due anni la ripresa dell'allevamento:una decisione che porta sconforto nei proprietari che si ritrovano senza il loro sostentamento.
Mentre Kiddi va su tutte le furie e si rifiuta di eseguire la disposizione, Gummi decide da mettere al sicuro sette pecore e un montone, nascoste nella cantina di casa per cercare di salvare l'antica specie altrimenti destinata all'estinzione.
Questo evento porterà i due fratelli a riunirsi, superando dopo anni le diffidenze e i rancori, per difendere con tutte le forze la loro unica ricchezza.
Il film di Grimur Hakonarson, vincitore a Cannes in Un Certain Regard, è un piccolo film minimalista, essenziale, che fa del legame indissolubile dell'uomo con la natura il suo tema principale, una storia di uomini e animali che trova nella solitudine sconfinata , spesso ricoperta di neve , dell'Islanda il suo habitat naturale.
Il magnifico paesaggio fa da collante ad un racconto nel quale si apprezza la magica simbiosi che si crea tra tutti i componenti di una territorio dove non c'è spazio per orpelli e sovrastrutture: la solitudine è qualcosa con cui convivere, per scelta o necessità, almeno fino a quando lo spirito di sopravvivenza non emerge impetuoso.
Il racconto del regista islandese si adegua al suo habitat: poche parole, pochi dialoghi, personaggi che mostrano la loro rudezza che deriva dalla ingombrante presenza della solitudine, ma anche una forza che cova, pronta ad esplodere, ed è quello che succede ai due fratelli, specialmente nell'ultima stupenda scena che porta ad una conclusione che appare persino ovvia se non inquadrata nel giusto modo.
Il tratteggio dei due protagonisti principali, pecore e montoni simpaticissimi a parte, è tanto scarno quanto efficace, capace di reggere la piccola storia che Hakonarson decide di raccontare.
Lungi dall'essere un film animalista ( non c'entra proprio nulla...) Rams è il racconto di due vite che si ricongiungono sospinte dall'istinto di sopravvivenza in un ambiente che sa forgiare l'uomo , gli animali, la natura in una maniera essenziale conducendoli quasi ai minimi termini.
Sigurour Sigurjonsson e Theodor Juliusson , gli attori che interpretano i due fratelli, offrono una eccellente prova ricca di spontaneità nei loro maglioni di lana pesante e con le loro folte barbe da omaccioni sì rudi ma di grande generosità del profondo nord europeo.
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