martedì 7 novembre 2017

Birds Without Names ( Shiraishi Kazuya , 2017 )




Birds Without Names (2017) on IMDb
Giudizio: 8/10

Towako è una giovane donna che condivide il suo appartamento con Jinji, uomo di 15 anni più grande di lei.
Un rapporto ambiguo in cui l’uomo sembra avere il compito di proteggere in maniera ossessiva la donna; non sono una vera coppia, anzi lei detesta l’uomo che in effetti brilla per rozzezza e goffaggine; ma soprattutto Towako, che sembra un po’ il prototipo della donna scontrosamente instabile, nevrotica, sempre sull’orlo di una crisi isterica, vive ancora dei ricordi della sua storia d’amore con Kurosaki, terminata ormai otto anni prima.
Quando incontra Mizushima, un uomo sposato che le ricorda nei modi e per il fascino il suo amore mai dimenticato, Towako instaura con lui una relazione che ben presto però si rivelerà destinata al fallimento; quando poi la donna si accorge che Jinji la pedina e la tiene sotto controllo, qualcosa si mette in moto nella sua mente, soprattutto nel momento in cui viene a sapere che il suo ex fidanzato Kurosaki è scomparso da cinque anni senza lasciare traccia.


Attraverso efficaci e taglienti flashback Shiraishi ci mostra il passato sentimentale di Towako, che a ben guardare poi così roseo non è rivelando come la ragazza si trovi invischiata in un rapporto sbilanciato e di dipendenza; così come nello stesso modo sempre attraverso balzi narrativi nel passato scopriamo come Jinji si sia insinuato nella sua vita.
Riuscitissimo lavoro del regista giapponese Kazuya Shiraishi, Birds Without Names è film che mette sotto la sua lente di ingrandimento alcune tematiche che permeano la società giapponese e di conseguenza la cinematografia di quel paese: la solitudine e la paura che essa genera, la complessità dei rapporti interpersonali improntati alla dipendenza reciproca, l’amore malato nella sue forme patologiche totalizzanti.
La storia che da racconto drammatico scivola lentamente nel thriller rifulge per una regia elegante ma contenuta e sostanziale, per alcuni momenti di grande impatto cinematografico, per le tematiche tutt’altro che rassicuranti che i personaggi, tutti più o meno dei perdenti cronici, rappresentano e che creano un certo disagio e caricano il film di una cupezza dolorosa.

Shiraishi sa maneggiare bene sia l'aspetto drammatico che scaurisce dalle dinamiche di relazioni incrociate che quello più squisitamente da thriller ad impronta psicologica che si afferma maggiormente nella seconda parte del film.
Il risultato è un lavoro armonico, duro, che si nutre della pesantezza dei temi trattati grazie anche ad un tratteggio dei personaggi accurato e profondo.

Non fosse per un finale un po’ troppo prolisso e ridondante nella sua circolarità potremmo definire il film di Shiraishi uno dei più belli dell’anno; nonostante ciò Birds Without Names risulta di certo il miglior film visto alla Rassegna Festaiola di Roma ( ci voleva poco a dire il vero…), ponendosi in netta contrapposizione  con le storie rassicuranti e a lieto fine sempre e comunque che puntualmente e  trionfalmente pullulano nel programma; un deciso contributo alla riuscita del film la danno anche le eccellenti interpretazioni di una matura Yu Aoi,  e di un sempre convincente Sadao Abe.

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