Giudizio: 6.5/10
Accolto a Cannes, dove è stato proiettato in anteprima fuori concorso, con gran favore dal pubblico, The Villainess è il prototipo del film coreano di grande impatto, di sicuro successo commerciale che attira anche i gusti del pubblico occidentale perchè riesce a rinvigorire ulteriormente il filone dell'action movie che da qualche anno vede la Corea come probabilmente il paese leader del genere.
Il racconto parte indietro negli anni e si focalizza su Sook-hee una giovane sino-coreana che rimasta ben presto orfana viene presa sotto la sua protezione da un malavitoso che la addestra a diventare una killer spietata.
Quando al termine di una convulsa e spettacolare scena iniziale, nella quale ci sembra di essere nel pieno di un videogame sparatutto, la ragazza viene catturata dalla polizia, una agenzia segreta governativa si occuperà di costruire per lei una nuova identità, non senza averla prima ulteriormente addestrata in maniera intensiva per renderla una killer infallibile.
Terminato il periodo di addestramento durato anni, nei quali la donna dà anche alla luce una figlia (della quale diciamolo subito non si capisce con assoluta certezza la paternità, al di là delle versioni ufficiali) Sook-hee viene reinserita nella società come una cellula dormiente, pronta all'azione nel momento del bisogno. Alle sue calcagne, come ogni killer professionista che si conviene, viene posizionato un giovane agente che deve tenerla d'occhio, ma come spesso succede in questi casi, i due si ritrovano attratti, complicando le cose.
Quando dal passato della donna riemergono come fantasmi personaggi ormai dimenticati e sepolti, Sook-hee si troverà schiacciata inevitabilmente tra il suo ruolo di killer , la vendetta, la speranza di un futuro che scacci via ogni ombra e un passato che si rivelerà diverso da come lei lo credeva.
Per poter valutare correttamente The Villainess bisogna assolutamente scindere quelli che sono i due filoni dei quali si compone: da una parte il thriller, intriso di vendetta e di violenza e dall'altro l'action movie che in diversi frangenti diventa preponderante nella pellicola.
Come thriller il film vive su un citazionismo che diventa a volte quasi fastidioso: Nikita e Kill Bill sono i due modelli ai quali Jeong Byeong-gil si ispira più sfacciatamente, non li descriviamo per evitare lo spoiler ma sfido chiunque a non trovare le cinque o sei scene che chiaramente rimandano ai lavori di Besson e di Tarantino.
Dal punto di vista dell'action movie non possiamo fare altro che alzarci in piedi ed applaudire, come quasi sempre ci capita di fronte ai lavori di genere coreani: tecnica perfetta, riprese efficacissime spesso in soggettiva, ritmo coinvolgente e incalzante, persino le scene fracassone hanno il loro perchè tanto bene sono costruite.
Il risultato è comunque un lavoro che tiene incollati allo schermo e non annoia mai come si conviene alle pellicole del genere, anche perchè poi gli ingredienti secondari ci sono tutti: la vendetta, la violenza a tratti disturbante e a tratti quasi ironica tanto si orienta verso lo splatter, lo sguardo alla condizione del killer professionista, essere solitario e in balia degli eventi, i sentimenti che quando si insinuano in rapporti professionali diventano delle sliding doors dove ci si gioca la vita, il rapporto maestro-allievo costruito sui connotati di ispirazione tarantiniana mutuati da Kill Bill.
Il regista , che già in Confession of Murder aveva giocato con il thriller e con l'action movie, dimostra tutto sommato di privilegiare quest'ultimo, essendo il thriller un po' troppo citazionista e ben poco originale; se è vero che la fusione tra i due generi di fatto non si concretizza in maniera armonia, The Villainess è comunque lavoro che merita assolutamente la visione, perchè in fondo è un buon prodotto mainstream che non annoia e anzi coinvolge per il suo ritmo.
Se a ciò aggiungiamo che sia la prova di Kim Ok-bin nel ruolo della killer spietata che quella di Shin Ha-kyun nella parte del mentore della protagonista sono degne di nota ( ma che fossero bravi lo sapevamo già...) The Villainess, pur con tutte le riserve del caso è film da vedere.
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