giovedì 16 novembre 2017

Le donne e il desiderio [aka United States of Love] ( Tomasz Wasilewski , 2016 )




United States of Love (2016) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

La Polonia dei primi anni 90, il primo paese oltre cortina a godere dei frutti della esperienza di Solidarnosc prima e della caduta del Muro di Berlino poi, è lo sfondo non soltanto iconografico del lavoro del giovane regista Tomasz Wasilewsky, premiato a Berlino nel 2016 con l'Orso d'argento per la migliore sceneggiatura.
La contestualizzazione del periodo storico ha grande importanza nel film, sebbene esso, di fatto, sia un racconto multisfaccettato con al centro quattro donne che in misura differente si incrociano tra loro nonostante il legame narrativo non esista.
Le quattro donne sono Agata, che stanca di una vita di coppia grigia si infatua di un giovane prete della parrocchia vicina, scatenando in lei un turbamento erotico potente, Iza una direttrice di una scuola , donna autoritaria e nevrotica, che intrattiene una relazione clandestina con un medico la cui moglie è appena morta e la cui figlia frequenta la scuola dove lavora la donna, Renata una insegnante che lavora nella medesima scuola di Iza, ormai vicina alla pensione e che subisce il fascino della giovane vicina di casa Merzena, sorella di Iza ex reginetta di bellezza in cerca di rilancio.


Appare chiaro dalla breve sinossi come stavolta il titolo italiano sia ben più significativo e aderente rispetto a quello internazionale: Le donne e il desiderio è infatti anzitutto un dramma delle pulsioni che animano le protagoniste della storia, ma attraverso esso Wasilewsky, che ha spesso ripetuto che il film ha una tocco autobiografico se non altro nell'ispirazione dei personaggi, vuole ripercorrere quel periodo storico fondamentale nella storia della Polonia.
Se da un lato la libertà acquisita permetteva di indossare gli agognati jeans americani, fumare le sigarette occidentali, ascoltare la musica alla moda, seguire le mode dell'occidente, dall'altro i polacchi vivevano un momento di grandi incertezze sul futuro, liberi sì dal giogo ma ora, soli davanti alla società.

Le storie delle quattro donne stanno a rappresentare questa confusione che diventa paura per il futuro, l'incertezza che genera insicurezza, la possibilità di dare libero sfogo alle proprie pulsioni per tanto represse che si scontra però pesantemente con una società intrisa di un cattolicesimo quasi ancestrale, severo .
Perr accentuare questa profonda frattura, Wasilewsky , con l'ausilio alla fotografia dell'ottimo Oleg Mutu, opta per una scelta cromatica tendente a desaturare i colori, indugia in maniera quasi ossessiva sui quartieri nati dall'edilizia socialista, come a cristallizzare una società ancora legata al passato, indugia senza alcun pudore sui corpi nudi, armonici o flaccidi poco importa,siano essi in una doccia o avvinghiati in un amplesso o soggetto di venerazione quasi sacra a sublimare un senso di solitudine e di impotenza ;inoltre costruisce il film con un alternarsi di riprese con la camera a mano e soprattutto con lunghi piano sequenza fissi dove spesso l'azione è defilata, quasi colta di sfuggita.
Ne risulta un film dalla forma elegantemente tagliente, quasi abbacinante, nel quale il senso di straniamento e di disagio è tangibile, ma questo gelo si trasmette purtroppo anche al racconto all'interno del quale manca quasi totalmente l'empatia e la partecipazione, un trionfo del rigore e della sobrietà mittleuropea estremizzata.
Come esercizio formale, seppur non fine a se stesso, Le donne e il desiderio è film di grande pregio; dal punto di vista più squisitamente narrativo però quella freddezza andava rimossa in qualche modo, perchè fino all'epilogo la storia non coinvolge, nonostante le tematiche siano tutt'altro che prive di interesse e le interpreti siano tutte in stato di grazia.

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