domenica 27 dicembre 2009

Ebbro di donne e di pittura ( Im Kwon-taek , 2002 )


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La pittura e il cantico per una nazione

Prendendo a pretesto la storia del famoso pittore coreano Jang Seung Up, vissuto nella seconda metà dell'800, Im tratteggia il consueto affresco sulla storia coreana, fatta di tradizioni, usi, costumi ed arte.
Partendo dalle umili origini del pittore, passando per la giovinezza , la maturità e la fine misteriosa che ne ha contribuito alla creazione dl mito, viene narrato come il talento pittorico, espresso già in età giovanissima, trova sfogo in maniera acerba e non strutturata; l'incontro con i mecenati e i maestri dell'epoca poco inclini ad apprezzare un'arte fatta solo di grezza genialità e sensibilità non supportate da conoscenze tecniche e scolastiche; parallelamente vediamo l'affermarsi di un carattere fiero seppur sregolato, alla perenne ricerca del meglio di sè e del superamento dei limiti , la ricerca dell'ebbrezza come fonte di ispirazione, la difesa dell'indipendenza dell'artista di fronte ai lavori commissionati dai ricchi e dal potere.
Sullo sfondo campeggia una precisa ed accurata descrizione del periodo storico, la Corea priva di qualsiasi identità, soggiogata dai cinesi e pronta ad offrirsi all'altro giogo dei giapponesi, la difesa dell'arte come unico polo condensante di una identità culturale in rovina, la figura del pittore intesa come orgoglio nazionale e soprattutto la difesa strenue dei valori e delle tradizioni di un popolo vicino all'annientamento.
Im sa descrivere come pochi tutto ciò e sa far vibrare forte le corde dell'emozione, si parli di pantsori o di pittura poco importa: per farlo da vita ad un personaggio indimenticabile, ben disegnato nei suoi tormenti artistici e nella sua furia che rappresenta la vitalità della cultura coreana. Il sacro furore o la calma riflessiva con cui Seung muove il pennello sulla carta sono momenti di altissimo cinema: la carta bianca che diviene la visione del mondo di un'anima perennemente tormentata ed inquieta.
La regia di Im è superba, ricchissima di inquadrature fisse in cui il movimento è dato dalla scena che si pone agli occhi; le ricostruzioni sono bellissime, con gran dispendio di particolari utilissimi a noi poveri occidentali; la bravura di Choi Min-sik, confermata in maniera definitiva l'anno seguente con Old Boy, contribuisce a dar vita ad un personaggio di quelli che il Cinema non dimenticherà così facilmente.

3 commenti:

  1. questo lo abbiamo visto in tre. olografico. il direttore della fotografia è il vero regista. che dire: compriamoci un paravento

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  2. Grazie al cielo lo abbiamo visto in un po' più di tre persone; ormai Im fa definitavemente parte del ristrettissimo cerchio dei grandi Maestri di questa arte.

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  3. volevo scrivere: oleografico.

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