Giudizio: 6.5/10
"Segui l'odore dei soldi": questa la morale , molto spicciola a dire il vero, che sostiene questo action thriller coreano diretto da Park Sang-jun; l'odore lo segue molto bene , tenacemente Lee Hwan, un promettente giocatore di baseball la cui carriera proprio quella scia di odore disintegra tra scommesse e partite truccate; il giovanotto ha una quasi animalesca pulsione per il denaro, unita ad un carattere che non si ferma davanti a nulla , motivo per il quale posa gli occhi su di lui il boss di una società di finanziamenti (leggi strozzini) tra le più importanti di Busan.
Lee Hwan farà carriera velocemente perchè Jung Sang-ha, il boss, vede in lui delle doti non comuni tra i criminali da strapazzo di cui si circonda: la scalata prevede soldi, fiducia del boss, lavori importanti , lusso e ovviamente donne, una in particolare verso la quale il ragazzo prova qualcosa che va al di là del semplice passatempo.
Col crescere della storia assistiamo a faide interne, scontri tra gang, fili nascosti manovrati da vecchi faccendieri, speculazioni immobiliari e collusioni varie, fino ad un epilogo crepuscolare che indica l'unica via possibile per chi si avventura in certe imprese spinto dall'avidità e dalla sete di potere.
Tutto da copione dunque, seguendo il classico schema che l'action movie coreano ha ben stilizzato negli ultimi anni? In gran parte sì , se non fosse che For The Emperor, accanto alla ormai appurata buona riuscita tecnica, fa della sua cifra violenta quasi eccessiva il suo aspetto distintivo.
Di lavori in salsa coreana che trattano le tematiche trattate, come detto ,di recente, ne abbiamo visti molti, basti pensare al campione di incassi Gangnam Blues ; For The Emperor si muove su quella falsariga, sebbene l'aspetto più sociale, politico che diventa metafora della società coreana odierna è molto meno calcato; qui Park sembra avere a cuore soprattutto i personaggi e la rappresentazione della violenza che scaturisce dalla cupidigia e dalla bramosia del denaro e del potere; ad eccezione del personaggio di Jung che dirige la sua gang con fare paternalistico , algido ma con un sottofondo di lealtà, i personaggi appartengono allo stereotipo della canaglia senza possibilità di redenzione, compresa la figura di Hwan Lee, per il quale anche l'implicazione amorosa è un orpello ornamentale.
"Segui l'odore dei soldi", sentiamo ripetere spesso, tra una massima dozzinale da sottobosco della malavita ed un filosofeggiare che tende ai massimi sistemi, e l'odore lo seguono in molti con un fiuto da segugio infallibile, ma l'odore è pronto a scomparire in un lampo quando si sbaglia o quando si sceglie la parte perdente.
For The Emperor vive molto sulla sua quintessenza violenta, esplosioni frequenti dominate dal turbinio delle coltellate ( ne volano a migliaia nel film) col solito corredo di mazzate e cazzotti che faranno la felicità di coloro che apprezzano le botte.
Park sa costruire con bravura alcune scene , soprattutto quella iniziale , giocando con le luci e con il buio, maschera la violenza dietro una patina quasi glamour che però non riesce a nascondere la deriva nichilista dei protagonisti che mai come in questo lavoro sembrano tenacemente legati al loro destino senza possibilità di redenzione alcuna.
Lee Min-ki è l'eroe tragico e senza speranza Lee Hwan al quale si affianca il bravissimo Park Seong-woong nel ruolo del boss, unico personaggio che forse presenta qualche barlume di umanità e di etica.
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