Giudizio: 5.5/10
Dopo una interminabile serie di film di genere , Dante Lam, uno dei maestri indiscussi dell'action movie di Hong Kong, dirige un film che deraglia di molto dai suoi clichè narrativi, sebbene in fondo alla storia di To the Fore si riscontrano tematiche e situazioni che il regista ha ampiamente affrontato con stile ben diverso.
Qui siamo nel mondo dello sport, quello a cavallo tra il semiprofessionismo ed il professionismo che anima il mondo del ciclismo, sport in grandissima crescita in Cina e che ha consentito ad alcuni atleti di potere affrontare i prestigiosi palcoscenici europei del Tour de France e dl Giro d'Italia con squadre professionistiche.
Il Team Radiant è una squadra condotta con metodi paternalistici ma al tempo stesso con forte impronta dal suo allenatore e nella quale convivono un gruppo di atleti tra i quali spicca Ming un taiwanese di belle speranze che però come sprinter ha la strada sbarrata dal più forte Jeong; Ming stringe una forte amicizia con Tian altro atleta dal talento inferiore ma ben più serio e scrupoloso di lui.
Quando la squadra viene sciolta per difficoltà economiche, il bravo allenatore cerca di piazzare i suoi gioielli nelle più ambiziose squadre asiatiche per cui il gruppo di amici che si era formato di dilegua per ritrovarsi a rivaleggiare con team diversi.
E' facile per chi inizia a vedere scorrere denaro e successo prendere qualche deriva pericolosa e così le storie di Ming, Tian e Jeong prendono direzioni diverse.
Affrontando inizialmente il racconto con atmosfere quasi da commedia giovanile , To the Fore passa piano piano ad atmosfere tipiche da film drammatico sportivo, per fare emergere le tematiche dell'amicizia e della lealtà che resistono anche sotto i colpi più pesanti degli avvenimenti, oltre all'immancabile storia d'amore tribolata.
Per chi ha un minimo di conoscenza col mondo del ciclismo , e anche ammettendo una certa ingenuità tipica di un ambiente che da poco si è sviluppato come quello del professionismo cinese, To the Fore soffre di alcune lacune evidenti proprio nell'aspetto tecnico-sportivo che vengono però brillantemente compensate da immagini girate benissimo tra le montagne e lungo le vie delle città in cui si svolgono le corse, persino in mezzo al deserto in una gara ad eliminazione,con tanto di momenti d'azione convulsa come è nello stile di Dante Lam che porta la sua troupe perfino sullo Stelvio in Italia immaginando un futuro da professionista per Ming, accanto addirittura al campione del mondo Rui Costa.
In realtà il lavoro di Lam è una trasposizione meno cupa e più squisitamente sportiva delle tematiche di Unbeatable che abbiamo visto qualche tempo fa: lo sport come rivalsa da raggiungere conservando però i valori dell'onestà e dell'amicizia; spesso nel film sentiamo ripetere la frase " Per vincere devi rimanere onesto e leale" e su questo assioma il film si costruisce nella sua essenza.
Nonostante la regia sia buona , malgrado certi eccessi che in questo contesto sembrano stonare un po', To the Fore è un lavoro che non convince molto, proprio perchè si apprezza quasi una inadeguatezza di un regista abituato ad atmosfere più cupe e fracassone; gli stessi attori protagonisti , Eddie Peng e Shawn Dou non sembrano pienamente a loro agio in questo tipo di racconto.
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