Giudizio: 7/10
Ogni film di Miike Takashi è una sorpresa: sia esso bello o brutto, interessante o dozzinale , c’è sempre qualcosa per cui valga la pena vederlo.
Non sfugge a questa regola il secondo film diretto da Miike nel 2015 , Yakuza Apocalypse presentato all’ultimo Festival di Cannes nella Quinzaine des Realisateurs come proiezione speciale e successivamente proiettato in numerosi altri festival tra cui Toronto e Londra.
L’opera del regista giapponese è un assurdo connubio tra lo yakuza movie di stampo personale e il vampire movie: il boss della yakuza di un piccolo centro di provincia è infatti un imbattibile vampiro che governa con fare paternalistico e bonario, ma feroce quando serve, le sorti della comunità, quasi un nume tutelare per la popolazione contro le prepotenze.
Il giovane Kagayama è estasiato dalla figura del boss e per tale motivo si arruola nella sua gang con un misto di rispetto e devozione.
Quando un fantomatico gruppo internazionale per il controllo della criminalità manda due scagnozzi dal boss per imporgli di tornare nei i ranghi e comportarsi come vero malavitoso, quasi rifiuta e viene ucciso riuscendo però a trasmettere i suoi straordinari poteri vampireschi al discepolo devoto.
Da qui in poi inutile cercare di racchiudere in poche parole la trama del film, un po’ perché la storia vaga in territori dove regna l’anarchia narrativa in favore di situazioni e personaggi anche temporanei ma che danno un senso al film, un po’ perché il pastiche è talmente frenetico da risultare inenarrabile; basti sapere che chiunque venga morso dal vampiro-yakuza non solo diventa un succhiasangue ma anche uno yakuza con le conseguenze facilmente immaginabili.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it
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