Giudizio: 5.5/10
Per poter inquadrare nella giusta dimensione The Office 3D , sbarcato alla Festa del Cinema di Roma , proveniente dal London Film Festival, bisogna considerare quella che è stata finora la carriera cinematografica di Johnnie To: maestro indiscusso del noir made in Hong Kong, paladino della New Wave che segnò non solo il cinema dell’ex colonia ma di tutto un genere e di tutta la cinematografia mondiale, il regista ha da sempre nella sua lunga carriera alternato ai lavori che più di ogni altro hanno impressi il marchio d’autore altre opere, generalmente commedie, che invece sposavano più apertamente i gusti commerciali, a maggior ragione negli ultimi anni , da quando molti registi di Hong Kong, volenti o nolenti, hanno dovuto confrontarsi con l’immenso bacino mainlander.
The Office appartiene di diritto a questi lavori, potremmo definirli minori, di Johnnie To; il film ha tutti i crismi della pellicola costruita per cavalcare l’onda commerciale, grande cast, 3D , diciamolo subito superfluo se non addirittura dannoso, tematiche commediole che però hanno nel fondo qualche aspetto pedagogico e il traino dell’aspetto romantico; la novità assoluta sta nel fatto che To si cimenta per la prima volta col genere musicale: alcune parti del film infatti presentono inserti canori, seppure in modo non invasivo.
Scritto da Sylvia Chang e prodotto dalla stessa e dal regista The Office si ambienta per larga parte all’interno di una grande azienda finanziaria prossima a sbarcare in borsa: in questo microcosmo si muovono storie di tresche amorose, ambizioni, imbrogli, competitività, squali e pesci pilota, trame finanziarie e coltellate (metaforiche…) sotto il tavolo che avrebbero la finalità di dimostrare in maniera leggera, e tutto sommato ottimistica, quello che è l’ambiente finanziario che il capitalismo, seppure di marca cinese, ha portato con se con il suo carico di stress , di competitività che va a corrodere quell’anelito alla lealtà e alla morale che è punto fermo della vecchia società cinese e dei film di Hong Kong in genere.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it
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