Giudizio: 7/10
Una bella famigliola della nuova borghesia polacca, padre architetto e madre elemento coagulante, due figlie ormai belle mature e con le rispettive famiglie, un quadro insomma apparentemente confortante.
Ma le due sorelle sono in realtà in profondo conflitto: attrice di serie televisive una, insegnante l'altra con un marito che bighellona per casa fingendo di cercare lavoro, entrambe con figli adolescenti in fisiologica contrapposizione con le figure materne; quando sulla famiglia si abbatte il male in maniera improvvisa e grave i sottili equilibri vengono messi a durissima prova: la madre rimane in un letto d'ospedale in stato vegetativo e poco dopo anche al padre viene diagnosticato un cancro al cervello inoperabile.
Detta così si potrebbe pensare al solito film pieno di lacrime e sottotesti infarciti di rimorsi e di rivalse, ma These Daughters of Mine della regista polacca Kinga Dobska, attiva da già da alcuni anni come regista cinematografica e televisiva e come sceneggiatrice, è tutt'altro che una pellicola strappalacrime o peggio ruffiana e ingannatrice; il tema dei legami famigliari e del loro vacillare sotto i colpi del fato è trattato infatti con grande leggerezza, addirittura con atmosfere brillanti da commedia, riuscendo però a raggiungere il risultato di ben raccontare il modo di reagire di fronte alla malattia e di come i legami famigliari siano messi a dura prova, quasi un redde rationem da ultima spiaggia.
Il film ruota fondamentalmente intorno a due perni centrali: la figura del padre che vediamo lentamente e inesorabilmente scivolare nel gorgo della malattia attraverso una trasformazione simildemenziale ( il tumore della regione frontale di cui è affetto l'uomo presenta spesso disturbi del comportamento) che se da un lato suscita compassione dall'altro dona quel pizzico di follia alla storia dal momento che l'uomo diventa la scheggia impazzita in mano alla regista; l'altro tema fondamentale è il burrascoso rapporto tra le due sorelle che affonda in un passato di incomprensioni e di complessi.
La più grande accusa la più piccola di averle sempre fatto ombra, quest'ultima da parte sua ammette la sua incapacità a mantenere un rapporto amoroso perchè alla continua ricerca di una figura che potesse nella sua considerazione affiancare quella del padre, entrambe se le cantano di santa ragione persino il giorno del funerale, ma poi, acquistando la giusta consapevolezza, il legame che le unisce si dimostra comunque saldo.
Nonostante il tema carico di dolore in These Daughters of Mine c'è ampio spazio per il sorriso: certe situazioni con il padre protagonista sono divertenti in maniera intelligente e con gusto, la scena della figlia che si fa comprare l'erba dal nipote per poi fumarsela col padre in giardino declamando i prodigi che la sostanza ha sui malati di cancro terminali è di quelle che rimangono negli occhi; insomma pensare al film di Kinga Debska come ad un lavoro duro, triste e disperato sarebbe errore madornale, anche perchè, pur non essendo film da tramandare ai posteri, in questa deludente Festa del Cinema di Roma è risultato uno dei migliori, se non altro per la sua intelligente leggiadria.
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