Giudizio : 9.5/10
Relegato nella sala più scomoda, l’ultimo giorno della Festa, quando già tirava aria di smobilitazione, inserito in quella ristretta categoria di film di cui , pare, tutti parlano, tra cui anche il New York Times che, pare , ne abbia tessuto le lodi convincendo gli organizzatori a inserirlo nel programma seppur fuori concorso, An Elephant Sitting Still è stato l’unico vero, autentico, luminosissimo lampo in una rassegna che per il resto ha vissuto all’insegna di un grigiore ben poco esaltante.
An Elephant Sitting Still è l’opera prima e, purtroppo ,anche ultima di un giovane regista cinese, Hu Bo che a ventinove anni, subito dopo aver terminato il montaggio del film si è tolto la vita nella sua casa di Pechino; decisione alla quale, si narra, abbia profondamente contribuito la storia tribolata del film e le feroci diatribe con i produttori ( il grande regista Wang Xiaoshuai e sua moglie Liu Ye ) che avevano addirittura portato al montaggio di una versione di due ore del film.
L’opera ha visto la luce alla Berlinale dove ha riscosso grande successo di critica e anche di pubblico e dove il regista non era presente essendo morto già da qualche mese; da lì in poi il film ha solcato gli oceani dei Festival di mezzo mondo riscuotendo ovunque grandi riconoscimenti.
La premessa alla recensione vera e propria non deve apparire inutile, perché , inutile dirlo, il dramma che accompagnato la nascita di questa opera costituisce parte fondamentale dell’opera stessa, regalandole quell’aura da film maledetto, intorno al quale si celano misteri ancora irrisolti..
Sviluppato lungo un lasso di tempo che occupa poco meno di 24 ore e raccontato in poco meno di 4 ore, An Elephant Sitting Still presenta la giornata di alcuni personaggi attraverso delle storie che sono dapprima indipendenti ma che poi si incrociano col procedere del racconto.
Siamo in una cittadina di provincia del nord della Cina, grigia, nebbiosa, con le strada bagnate da neve e pioggia, dove i nuovi palazzi frutto delle speculazioni edilizie vanno a piantarsi come fiori già marci in una landa di sporcizia e di degrado, Wei Bu è un adolescente che per difendere un amico si mette nei guai perché durante una lite con un bullo questi cade per le scale ferendosi gravemente, Huang Ling è una sua amica della quale è invaghito che ha una relazione con il vicepreside della scuola, con la quale cerca di sfuggire da una madre egoista e priva di interesse per lei; Yu Cheng è il piccolo boss di provincia fratello maggiore del bullo caduto per le scale che mentre deve dare la caccia a Wei Bu perché la famiglia vuole giustizia per il fratello, è tormentato dai sensi di colpa per la morte del suo migliore amico avvenuta sotto i suoi occhi e per causa sua una volta scoperta la sua tresca con la moglie con l’amico; ed infine Wang jin un anziano pensionato che cerca di resistere strenuamente alla pretesa del figlio di trasferirlo in uno ospizio per lasciargli più spazio nella casa dove vivono anche la moglie e la giovanissima figlia.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.