lunedì 29 ottobre 2018

The Club of Cannibal [aka O Clube dos Canibais] ( Guto Parente , 2018 )



The Cannibal Club (2018) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

Octavio e Gilda costituiscono una coppia dell'alta borghesia brasiliana, vivono a Fortaleza in una splendida villa con tanto di spiaggia privata sull'Atlantico, hanno una vita sessuale un po' promiscua che vede la donna trastullarsi con giovani dipendenti ( giardinieri, autisti, vigilanti) che il marito voyeur immancabilmente nel momento in cui la copula è all'apice li uccide ad accettate concedendo alla moglie un orgasmo in un lago di sangue; finito l'atto sessuale il cadavere viene sezionato e diligentemente impacchettato e conservato per essere consumato come pasto.
I due frequentano la ristretta cerchia dell'elite del paese che ha i suoi valori basati sul lavoro fede e famiglia , ma anche svariati vizietti inconfessabili; Octavio in particolare è tra gli eletti del Club dei Cannibali, una congrega di personaggi proveniente dalle più alte sfere del mondo della politica e dell'economia del paese che si riunisce periodicamente per mangiare carne umana dopo  avere assistito ad  un rito propiziatorio sessual-tribale.


Fondendo  lo splatter-gore con la commedia dark e la metafora, il regista brasiliano Guto Parente confeziona un racconto breve che vuole essere una disamina spietata sulla società brasiliana , soprattutto sulla sua elite dirigenziale, priva di qualunque morale, immersa nella sua protervia di potere, sprezzante delle condizioni della maggioranza del paese, qui chiaramente rappresentata dalle vittime sacrificali che provengono sempre dai ceti meno abbienti di una società come quella brasiliana molto stratificata e sempre più spietatamente divisa tra ricchi (pochi) e poveri (tantissimi).
L'alta borghesia di Parente si nutre di se stessa, dei suoi segreti inconfessati, della sua paura, della sua violenza , cui fa da contraltare il sarcasmo che il gore , non particolarmente eccessivo, accentua; una accolita di persone che legano le loro esistenze vicendevolmente sulla base della convenienza e del timore di essere gettati dalla torre d'avorio.

L'insistita metafora che tiene in piedi il film, nonostante la breve durata del film, si appesantisce cammin facendo, col risultato che diventa sempre meno efficace nel suo essere descrizione della realtà di un paese.
Il finale sembra dare una duplice interpretazione: da un lato il destino dei ricchi, dall'altro quello dei poveracci.
La regia di Parente è comunque buona sia nella rappresentazione algida dell'ambiente in cui si muovono Octavio e Gilda, sia nei momenti di splatter in cui tramuta il sangue in un elemento costitutivo della storia e dell'immagine.
Nel complesso il film, nonostante la metafora non particolarmente originale e fin troppo intellegibile, ha i suoi spunti di interesse, soprattutto per il clima e le atmosfere che non si caricano mai troppo, rimanendo invece maggiormente legate alla dark comedy ed ha comunque riscosso anche buone critiche nei vari Festival in cui è stato selezionato, da Rotterdam a Sitges e a Londra, solo per citare i più prestigiosi.

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