lunedì 1 ottobre 2018

Claire's Camera ( Hong Sangsoo , 2017 )



Claire's Camera (2017) on IMDb
Giudizio: 7/10

Nel 2017 Hong Sang-soo è sbarcato a Cannes con ben due lavori ( dei tre diretti nell’annata) : The Day After, in concorso, e questo Claire’s Camera, fuori concorso, film che a tutti gli effetti si pone principalmente come un piccolo divertissement, ricco come è di rimandi anche ironici; la storia raccontata da Hong nei poco meno di 70 minuti è infatti ambientata a Cannes, proprio nei giorni del Festival del 2016, occasione in cui il regista ha filmato la pellicola sfruttando la presenza di Isabelle Huppert , a sua volta al Festival in qualità di attesa protagonista di Elle di Paul Verhoeven.
La seconda apparizione della attrice francese in lavori di Hong , la prima fu In Another Country, l’ambientazione proprio nei giorni e nei luoghi del Festival, il rimando nel titolo a quello che rimane il riferimento cinematografico più evidente del regista coreano, Eric Rohmer e il suo Ginocchio di Clara, fanno di Claire’s Camera anzitutto una ennesima dimostrazione, fin troppo palese. del doppio filo solidissimo che lega Hong al Cinema francese che a sua volta lo ha eletto a suo figlio putativo.


Claire’s Camera non fa nulla per nascondere il suo essere pellicola che appare nata quasi per caso, incastonata in una realtà apparentemente molto diversa da quella tipica dei lavori coreani di Hong, quasi un film scaturito spontaneamente intorno a una delle tante tematiche che affollano la poetica del regista.
Come detto siamo a Cannes durante i giorni del Festival ed il teatrino costruito da Hong si impernia intorno ad una giovane assistente che si occupa della vendita di film, il suo capo e una insegnante francese , aspirante e timida artista, che giunge nella cittadina per accompagnare una sua amica al festival; queste tre figure femminili ruotano intorno a quella di un regista ormai abbastanza attempato, dissoluto e ubriacone che ha avuto, sotto i colpi dell’alcool ovviamente, una storia fugace con l’assistente a sua volta licenziata dalla sua capa perché ritenuta “disonesta”, in effetti per gelosia.
I quattro tasselli del mosaico costruito da Hong con la consueta staticità di immagini e di situazioni verbose, si trovano a ruotare in vario modo incontrandosi , allontanandosi, mossi dal fato  e dalla macchina fotografica che Claire porta con sé per immortalare in istantanee i volti delle persone, che dopo la foto , a suo dire, non saranno più gli stessi; di fatto Claire diventa un catalizzatore di un triangolo che si presenta in forme sempre diverse grazie a piccoli spostamenti dei lati che lo compongono.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it

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