lunedì 29 giugno 2020

Victim(s) / 加害者、被害人 ( Layla Zhuqing Ji / 季竹青 , 2019 )


Giudizio: 8/10

Con l'aumentare vertiginoso dei casi riportati di bullismo in tutto il mondo ,  l'ambiente cinematografico ha parallelamente aumentato il suo interesse per il problema sociale che va sempre più configurandosi come una vera e propria emergenza.
Quello che distingue Victim(s) , opera prima della regista cinese Layla Zhuqing presentata in prima mondiale al FEFF22 , è la prospettiva scelta per raccontare la sua storia: non esiste un taglio netto che mette da un lato i buoni e dall'altro i cattivi,  bensì esiste una stratificazione nella quale tutti sono un po' l'uno e un po' l'altro, nessuno insomma può sentirsi innocente.
La scelta di girare e produrre il film in Malaysia è conseguenza del rischio di vedere la censura cinese intervenire pesantemente , come già fece con l'acclamato Better Days, altro film a tematica molto simile.
Il film si apre  con l'omicidio di Gangzi, e il ferimento di altri due ragazzi compagni di classe , avvenuto nei pressi della scuola che frequentano; le immagini di una telecamera in strada mostra l'omicidio e i sospetti ricadono su Chen, il migliore alunno della classe, nel frattempo resosi irreperibile , figlio di una facoltosa imprenditrice , anche in base alle testimonianze degli altri alunni che riferiscono come i rapporti tra i due non fossero buoni anche a seguito dell'arrivo di una nuova alunna , Qianmo, verso la quale entrambi hanno mostrato interesse.


Chen poco dopo si costituisce, la madre non crede che possa essersi macchiato di un simile delitto mentre la madre di Gangzi reclama giustizia per il figlio; Chen finisce in galera e la stampa e tutta l'opinione pubblica  crede di aver trovato il colpevole da additare , assolutamente  insensibili al fatto se quella fosse la verità.
Attraverso alcune cose scoperte dalla madre di Gangzi e un lungo inserto centrale in flashback che ci racconta la vita nella scuola, scopriamo come le cose siano in realtà molto più complesse ed affondino le radici nel bullismo, nella violenza indiscriminata, connivenza ed omertà  e nella miopia degli insegnanti incapaci di vedere quanto avvenga sotto i loro occhi: Victim(s) insomma diventa un lungo, durissimo, a tratti disturbante  racconto di sopraffazione , di realtà distorta , di legame con il mondo digitale perverso che porterà a vedere i fatti avvenuti nella giusta prospettiva.
Il finale che squarcia una piccola fessura nel buio pesto e nella coltre cupa che ricopre il film , indica forse una qualche speranza veicolata, in maniera simbolica, dai tre personaggi femminili del racconto.
Layla Zhuqing, mostrando una sicurezza e una maturità solida, si lascia alle spalle i rischi tipici che si affrontano quando si prende di petto un problema simile e cioè quelli di utilizzare situazioni di facile presa e ovvie  senza rischiare nulla; la scelta di offrire varie prospettiva che sembrano in continuazione voler cambiare il ruolo della vittima e quello del carnefice, oltre a proporre tematiche più originali, mette lo spettatore di fronte a diversi problemi morali: fin dove la colpa è personale e fin dove arriva invece quella degli altri? Essere deboli è una colpa perchè si ci si concede come bersaglio ai bulli? Perchè se tutti vedono il problema nessuno fa niente ?  Nessuno dice la verità perchè conosce le conseguenze nel dirla?

Victim(s) insomma prende una via un po' decentrata per analizzare il problema del bullismo rigettando le responsabilità  alla società coi suoi falsi modelli , alla scuola con l'ignavia e alla famiglia con i suoi problemi spesso di sopravvivenza che distolgono lo sguardo da una adolescenza pronta a cadere nel baratro della violenza, alimentata dalla realtà social e dalla opinione pubblica sempre meno propensa a capire , vogliosa invece di trovare qualcuno da crocifiggere per non voler vedere le proprie colpe , dimenticandosi della verità.
Soprattutto la regista pone l'attenzione sul fatto che i modelli che fanno da coagulante per i bulli sono basati su forme di violenza e sopraffazione tremendi: disprezzo per il più debole, sessimo, omofobia, mancanza di etica , esercizio del potere mediante la paura che sono però gli stessi che covano anche in vari settori della nostra società.
Per tutto ciò Victim(s) è opera di grande interesse che guarda al fenomeno in maniera non superficiale e che si fonda su una solida regia da parte di una autrice che faremo bene a seguire da vicino in futuro.
Cast di buon livello su cui spiccano però Remon Lim nel ruolo della madre del ragazzo defunto e una straordinaria Huang Lu , all'ennesima prova di grande bravura, nella parte della madre di Chen.


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