Giudizio: 3.5/10
Peni, clitoridi mozzati e irritazione profonda
La storia in breve: lui e lei a fare l'amore in bagno e il figlioletto che elude tutti gli ostacoli e muore cadendo dalla finestra mentre affascinato guarda la neve che cade.
Le sequele saranno devastanti soprattutto per lei e lui (idea geniale) da buon psicoterapeuta decide di curarla.
Il commento non sarà altrettanto breve perchè l'alternativa sarebbe l'oblio e il silenzio assoluto , tanto questo film indispone e irrita o, quando va bene, annoia.
Von Trier ha dato al cinema ottimi lavori (su tutti Le Onde del destino), ha avuto l'indubbio merito di smuovere le acque stagnanti con il Dogma con risultati anche eccellenti, arriviamo perfino a riconoscere la sua grande forza dissacrante quando afferma di essere il più grande regista del mondo, ma la visione di questo film porta a chiederci quasi increduli se tutto ciò abbia un senso, di qualsiasi tipo. Se come dice il regista , il girare questo film è stato un tentativo terapeutico per curare la sua depressione , e se ciò a portato a un buon risultato, ne siamo sinceramente contenti per lui; ma se con ciò intende renderci una schiera di morbosi guardoni che scrutano le sua alterate percezioni delle dinamiche umane, beh, allora no, se lo scordi.
L'infarcire il film di peni che penetrano la vagina, peni eretti masturbati furiosamente fino ad una eiaculazione sanguinolenta, clitoridi mozzati, masturbazioni tra foglie marce e fango sembra soltanto l'ultima spiaggia della provocazione , fatta solo per tenere fede al ruolo di dissacratore cosmico che il regista si è autoassegnato; se invece il tutto è ideato con la finalità di colpire, sarebbe il caso di fa sapere al buon Lars che sono altre le scene e i momenti che al cinema colpiscono e lasciano il segno, quello vero che rimane dentro.
Il film per la prima parte rimane faticosamente in piedi mostrandoci l'arduo quanto scellarato tentativo del marito di psicanalizzare la moglie, seppure in un eccesso di inutile verbosità fatto di giochini psicanalitici da quattro soldi; ma quando i due si trasferiscono nella casetta immersa nel bosco di Eden (ma guarda un po' che caso...) inizia la catastrofe completa, in tutti i sensi: ancora giochini scemi, sesso forzato con l'impronta del raptus , abbondanza di culi e mutande (quando va bene), animali parlanti, scoppi di violenza , disegnini da psicanalisti di quart'ordine, dissertazioni pseudofilosofiche sulla Natura quintessenza di Satana e su streghe, diavolesse e misoginia a gogo fino al tragico(quasi comico) finale.
Tutto ciò può far parte del processo di rimozione del dolore e di superamento della colpa? Può spiegare le dinamiche indubbiamente pericolose e imprevedibili che serpeggiano nella coppia di fronte al dramma?
Cosa volesse dirci il regista non è chiaro, o forse lo è fin troppo; di sicuro il film lascia un senso di profondissima irritazione per il tempo sprecato male nonostante la bellissima aria di Haendel che apre (unico momento decente) e chiude la pellicola.
Le sequele saranno devastanti soprattutto per lei e lui (idea geniale) da buon psicoterapeuta decide di curarla.
Il commento non sarà altrettanto breve perchè l'alternativa sarebbe l'oblio e il silenzio assoluto , tanto questo film indispone e irrita o, quando va bene, annoia.
Von Trier ha dato al cinema ottimi lavori (su tutti Le Onde del destino), ha avuto l'indubbio merito di smuovere le acque stagnanti con il Dogma con risultati anche eccellenti, arriviamo perfino a riconoscere la sua grande forza dissacrante quando afferma di essere il più grande regista del mondo, ma la visione di questo film porta a chiederci quasi increduli se tutto ciò abbia un senso, di qualsiasi tipo. Se come dice il regista , il girare questo film è stato un tentativo terapeutico per curare la sua depressione , e se ciò a portato a un buon risultato, ne siamo sinceramente contenti per lui; ma se con ciò intende renderci una schiera di morbosi guardoni che scrutano le sua alterate percezioni delle dinamiche umane, beh, allora no, se lo scordi.
L'infarcire il film di peni che penetrano la vagina, peni eretti masturbati furiosamente fino ad una eiaculazione sanguinolenta, clitoridi mozzati, masturbazioni tra foglie marce e fango sembra soltanto l'ultima spiaggia della provocazione , fatta solo per tenere fede al ruolo di dissacratore cosmico che il regista si è autoassegnato; se invece il tutto è ideato con la finalità di colpire, sarebbe il caso di fa sapere al buon Lars che sono altre le scene e i momenti che al cinema colpiscono e lasciano il segno, quello vero che rimane dentro.
Il film per la prima parte rimane faticosamente in piedi mostrandoci l'arduo quanto scellarato tentativo del marito di psicanalizzare la moglie, seppure in un eccesso di inutile verbosità fatto di giochini psicanalitici da quattro soldi; ma quando i due si trasferiscono nella casetta immersa nel bosco di Eden (ma guarda un po' che caso...) inizia la catastrofe completa, in tutti i sensi: ancora giochini scemi, sesso forzato con l'impronta del raptus , abbondanza di culi e mutande (quando va bene), animali parlanti, scoppi di violenza , disegnini da psicanalisti di quart'ordine, dissertazioni pseudofilosofiche sulla Natura quintessenza di Satana e su streghe, diavolesse e misoginia a gogo fino al tragico(quasi comico) finale.
Tutto ciò può far parte del processo di rimozione del dolore e di superamento della colpa? Può spiegare le dinamiche indubbiamente pericolose e imprevedibili che serpeggiano nella coppia di fronte al dramma?
Cosa volesse dirci il regista non è chiaro, o forse lo è fin troppo; di sicuro il film lascia un senso di profondissima irritazione per il tempo sprecato male nonostante la bellissima aria di Haendel che apre (unico momento decente) e chiude la pellicola.
ne parlate tutti malissimo di questo film. non mi è dispiaciuto. ci penso da diverso tempo. gli animali parlanti mi sono sembrati interessanti. strani. la macina nella gamba è un'idea fenomenale. cmq lo dovrò rivedere. non è certo il miglior film di T. però mi pare discreto nel complesso.
RispondiEliminaps dogma rules!
Ancora a distanza di mesi non mi è passato il malumore per questo film: son sempre più convinto che sia tra i peggiori visti negli ultimi anni e la delusione è ancora più grande venendo da un grande regista come Von Trier.
RispondiEliminaDel Dogma non c'è nulla in questo film, purtroppo.
è vero che non c'è nulla del manifesto del dogma in questo lavoro. però lo trovo interessante, non so... ha qualcosa di onirico, di disturbante. sensazione personale.
RispondiEliminaa molti la parte con le bestie parlanti ha suscitato o riso o indignazione. cmq lo hanno stroncato tutti.
Ancora a distanza di mesi non mi è passato il malumore per questo film: però almeno ha il pregio di averti provocato qualcosa...ahaha!
Ah questo è sicuro, il vecchio Lars lascia sempre una traccia, nel bene o nel male.
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