lunedì 26 ottobre 2009

Strange Circus ( Sion Sono , 2005 )



Giudizio: 10/10
Stavolta è grandissimo Cinema


Un circo a colori e suoni felliniani apre e chiude il film, ergendosi a luogo dove il sogno e la fantasia permeano ogni cosa prima che la ghigliottina scenda implacabile su chi guarda e rimane sconcertato dalle certezze mandate all'aria da un finale spiazzante e ricchissimo di colorata ambiguità.
La storia, a fortissime tinte bunueliane, è come sempre con Siono ardua , cattiva, grondante sentimenti forti, a tratti profondamente disturbante: Mitsuko , 12 anni, subisce le angherie sessuali del padre che da buon depravato obbliga madre e figlia ad assistere vicendevolmente ai loro accoppiamenti; il lungo prologo scandito dalla voce fuori campo in soggettiva della giovincella diviene il plot di un romanzo che una scrittrice di successo sta scrivendo; i due piani narrativi si sovrappongono e verremo inesorabilmente a conoscere come poi tanto lontani alla fine non siano. Saremo travolti in un turbine di identità celate, rifiutate, drammatici e surreali confronti, vendette atroci che culminano in un finale spettacoloso che sembra mettere i paletti a tutta la storia. Ovviamente Sono è troppo geniale per concluderla così e il dubbio, l'ambiguità se non proprio un finale aperto esplodono sullo schermo e ci lasciano piacevolmente interdetti e confusi.
La grandezza di Siono è assolutamente fuori discussione, sin dai tempi di Suicide Circle, ma in questo film riesce a dare un senso di magnifica compiutezza che altre volte era mancato; tratta con decisione e senza alcuno schermo morale o perbenista un tema devastante quale l'incesto, mostrandoci una vendetta dolorosa che pur nella sua vena quasi surreale risulta più che penetrante, indica nel percorso della accettazione e della metabolizzazione del rancore la strada per emergere dal buio che paralizza, plasma realtà e sogno in funzione di una verità che non sempre deve esser univoca.
Il film è geniale in tutta la sua struttura: ambientazioni barocche estreme, musiche circensi e sonate al piano che accompagnano con grazia lo svolgersi degli eventi, colori decisi , netti che riempiono lo schermo, grandissima tecnica di ripresa e momenti singoli di cinema indimenticabili ( il corridoio rosso di lynchiana memoria , la sega elettrica brandita come strumento di giustizia e di purificazione , inserti circensi sfocati).
Lascia un segno indelebile anche la bravissima Masumi Miyazaki , capace di impersonificare madre e figlia contemporaneamente con risultati eccellenti , grazie ad una espressività composta ma efficace.
Stavolta possiamo dirlo: Sono ci ha regalato un capolavoro, grandioso nella sua imponente forza destruente che da una parte colpisce come un gancio in pieno mento e dall'altra ci dona i colori vivaci della fantasia e del sogno.

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