Giudizio: 6/10
Leggende e maledizioni
Come sappiamo, il cinema orientale attinge a piene mani alle tradizioni popolari e alle leggende per usarle come ispirazione per i numerosi thriller che da anni ormai sforna a ritmo industriale.
Alla carrellata si aggiunge la leggenda di Muoi, giovane donna amata da un pittore e morta atrocemente dopo che la fidanzata tradita scopre la tresca.
A questa leggenda e alla maledizione ad essa legata si interessa la scrittrice Yon-hee, in crisi di ispirazione dopo il successo ottenuto con un libro scandalistico, recandosi in Vietnam dove è conservato un ritratto della fanciulla che è intimamente legato alla leggenda. Qui le farà da guida la sua amica Seo-yon, che ha lasciato la Corea e che è una delle discusse protagoniste del romanzo della scrittrice.
Il film prenderà la piega tipica delle ghost story, con un finale che stravolge le certezze acquisite e che offre una sorprendente circolarità a tutto il racconto.
Non brilla certo di originalità il soggetto, con richiami chiarissimi a certa letteratura che vede il "ritratto maledetto" al centro delle vicende, così come molti sono i punti di contatto con la filmografia di genere coreana , però il film ha una sua identità precisa , scavando nel doloroso e pregno mondo delle colpe, dei torti subiti, della vendetta e del rancore, tratteggiando soprattutto il tormentato rapporto tra le due protagonista non immune da certi ammiccamenti omosessuali , vero asse portante della storia, al punto che in certi momenti il film vira verso il melodramma, abbandonando i forse troppo abusati scricchiolii di porte, respiri ansimanti, apparizioni orrorifiche, sogni agghiaccianti e urletti vari.
Il vero punto di forza del film sta in una regia molto curata, elegante a tratti addirittura raffinata con ambientazioni ben studiate , che evita il ridondante che strizza l'occhio, con colori ben dosati , riprese azzeccatissime e una fotografia molto bella. Un film insomma che si lascia vedere piacevolmente e che aggiunge il suo contributo senz'altro valido alla cinematografia coreana di genere. Vero che la tensione e la suspance sono spesso più costruite che reali, ma lo studio psicologico delle protagoniste unito alla vivisezione del loro rapporto complesso danno comunque al film un tocco di inquietudine.
Alla carrellata si aggiunge la leggenda di Muoi, giovane donna amata da un pittore e morta atrocemente dopo che la fidanzata tradita scopre la tresca.
A questa leggenda e alla maledizione ad essa legata si interessa la scrittrice Yon-hee, in crisi di ispirazione dopo il successo ottenuto con un libro scandalistico, recandosi in Vietnam dove è conservato un ritratto della fanciulla che è intimamente legato alla leggenda. Qui le farà da guida la sua amica Seo-yon, che ha lasciato la Corea e che è una delle discusse protagoniste del romanzo della scrittrice.
Il film prenderà la piega tipica delle ghost story, con un finale che stravolge le certezze acquisite e che offre una sorprendente circolarità a tutto il racconto.
Non brilla certo di originalità il soggetto, con richiami chiarissimi a certa letteratura che vede il "ritratto maledetto" al centro delle vicende, così come molti sono i punti di contatto con la filmografia di genere coreana , però il film ha una sua identità precisa , scavando nel doloroso e pregno mondo delle colpe, dei torti subiti, della vendetta e del rancore, tratteggiando soprattutto il tormentato rapporto tra le due protagonista non immune da certi ammiccamenti omosessuali , vero asse portante della storia, al punto che in certi momenti il film vira verso il melodramma, abbandonando i forse troppo abusati scricchiolii di porte, respiri ansimanti, apparizioni orrorifiche, sogni agghiaccianti e urletti vari.
Il vero punto di forza del film sta in una regia molto curata, elegante a tratti addirittura raffinata con ambientazioni ben studiate , che evita il ridondante che strizza l'occhio, con colori ben dosati , riprese azzeccatissime e una fotografia molto bella. Un film insomma che si lascia vedere piacevolmente e che aggiunge il suo contributo senz'altro valido alla cinematografia coreana di genere. Vero che la tensione e la suspance sono spesso più costruite che reali, ma lo studio psicologico delle protagoniste unito alla vivisezione del loro rapporto complesso danno comunque al film un tocco di inquietudine.
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