Giudizio: 7.5/10
Il baratro della follia
Film breve e intensissimo che ci racconta di John, rimasto solo dopo che la fidanzata lo ha lasciato anche per le sue insistenti fantasie erotiche orgiastiche fatte di sottile violenza e alle prese con due strane vicine di casa che mostrano uno strano interesse verso di lui. Quando entrando nella casa attigua abitata dalle due avvenenti nonchè inquietanti e insistenti fanciulle si rende conto di trovarsi in una sorta di labirinto diabolico e calustrofobico, il giovane inizierà a capire che qualcosa non quadra e si renderà presto conto che ciò che pare reale altro non è che una angosciante proiezione della sua mente , fatta di sesso e botte, paure e desideri bui.
La discesa nel baratro di John fino alla follia, tragicamente mostrata in una scena finale che colpisce, pervade tutto il film in un crescendo che , intuiamo, non potrà che avere conclusione drammatica; tutta la vicenda si dipana all'interno di una casa che lungi dall'essere il luogo rassicurante che l'accezione comune le attribuisce, diventa un luogo di sofferenza onirica , tra corridoi che sembrano labirinti e stanze che appaiono ricettacolo di ogni oggetto alla rinfusa.
La bravura del regista, giustamente osannato come tra i più promettenti della scena mondiale, sta in una regia secca , senza fronzoli, essenziale, dominata da colori cupi e che ben dipinge il senso di abbandono che va di pari passo col degrado del protagonista.
Film indubbiamente molto poco rassicurante, raggelante nella sua lucidità che si svelerà a pieno nel finale e che fotografa in maniera efficacissima , con potenza e senza falsità il disagio che segue la perdita dell'amore.
La discesa nel baratro di John fino alla follia, tragicamente mostrata in una scena finale che colpisce, pervade tutto il film in un crescendo che , intuiamo, non potrà che avere conclusione drammatica; tutta la vicenda si dipana all'interno di una casa che lungi dall'essere il luogo rassicurante che l'accezione comune le attribuisce, diventa un luogo di sofferenza onirica , tra corridoi che sembrano labirinti e stanze che appaiono ricettacolo di ogni oggetto alla rinfusa.
La bravura del regista, giustamente osannato come tra i più promettenti della scena mondiale, sta in una regia secca , senza fronzoli, essenziale, dominata da colori cupi e che ben dipinge il senso di abbandono che va di pari passo col degrado del protagonista.
Film indubbiamente molto poco rassicurante, raggelante nella sua lucidità che si svelerà a pieno nel finale e che fotografa in maniera efficacissima , con potenza e senza falsità il disagio che segue la perdita dell'amore.
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