venerdì 11 febbraio 2011

Black ransom ( Wong Jing , 2010 )

Giudizio: 7/10
Poliziotti, ex poliziotti e malavitosi


Tentativo in parte riuscito di tenere vivo il genere noir di stampo HKese, Black Ransom è un lavoro che si lascia apprezzare soprattutto nella sua struttura; la trama non offre spunti particolari: il poliziotto ormai in fase calante, segnato dalla vita e dal lavoro, soppiantato e sbeffeggiato dalle nuove leve che vestono come modelli di Armani, i malavitosi che privi di ogni scrupolo si arricchiscono , un boss mafioso che appena liberato viene rapito da una banda capitanata da un ex poliziotto scelto che ha come scopo quello di fare pulizia dei delinquenti estorcendo loro il denaro dopo avere saltato il fosso disilluso dalla sua attività di tutore dell'ordine e segnato nella sua esistenza dall'omicidio del giovane fratello.
Il plot insomma è simile a tanti altri lavori; quello che rende Black Ransom apprezzabile è la dinamica che si innesca tra le varie componenti della storia e che porta i mafiosi a chiedere aiuto alla polizia, i poliziotti pentiti a fare i mafiosi e a cercare l'alleanza col vecchio detective, anch'esso privato degli affetti per mano delle triadi e la polizia dilaniata al suo interno dalle fazioni, cui neppure la nuova sovraintendente riesce a mettere riparo.
La matassa si svolge durante i novanta minuti del film in maniera accattivante , a scapito forse di una colpevole mancanza di indagine psicologica sui personaggi che sembrano a volte recitare un copione troppo stereotipato e di una trama che ogni tanto zoppica vistosamente; però le poche scene di azione sono ben costruite, anche grazie ad una validissima fotografia , così come quelle in cui predominano le arti marziali; manca volutamente quel senso dell'amicizia virile e dell'onore che caratterizzava i lavori del maestro indiscusso del genere (Johnnie To), proprio perchè il regista vuole costruire un film crepuscolare in cui c'è poco spazio per altro che non sia la contrapposizione netta tra chi applica la legge, chi la viola e chi se ne è costruita una tutta sua e anche il finale così poco in linea col noir Hkese classico, in fin dei conti ha una sua ragione d'essere.
La scena è dominata dall'ottima interpretazione di Simon Yam nei panni del poliziotto  e di Michael Miu in quella dell'ex poliziotto che ha saltato il fosso, che si contrappongono per tutta la durata del film , arricchito anche dalla presenza di qualche bella fanciulla ( Fala Chen e Yang Liu ), arrivando a confrontarsi solo nel drammatico epilogo.
Un film che non segnerà certo la storia del cinema Hkese, ma che ha i suoi indubbi pregi e che si fa vedere anche con una certa partecipazione.

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