Giudizio: 10/10
La vendetta e il lato oscuro dell'uomo
The blade è probabilmente il più bel film wuxia mai scritto, in cui i canoni classici del genere (a partire dalla fonte di ispirazione, il celebre One-armed swordsman) sono rielaborati e ridefiniti dal genio di Tsui Hark che riesce a fondere in maniera esemplare la forza narrativa del racconto con una ricerca visiva innovativa, originale e coinvolgente.
La vicenda ci getta in un periodo storico dalla fosche tinte goticheggianti, in cui lo spazio per il leggendario senso della cavalleria è ampiamente oscurato dalla malvagità e dai più turpi desideri umani.
La vendetta e il lato oscuro dell'uomo
The blade è probabilmente il più bel film wuxia mai scritto, in cui i canoni classici del genere (a partire dalla fonte di ispirazione, il celebre One-armed swordsman) sono rielaborati e ridefiniti dal genio di Tsui Hark che riesce a fondere in maniera esemplare la forza narrativa del racconto con una ricerca visiva innovativa, originale e coinvolgente.
La vicenda ci getta in un periodo storico dalla fosche tinte goticheggianti, in cui lo spazio per il leggendario senso della cavalleria è ampiamente oscurato dalla malvagità e dai più turpi desideri umani.
Così l'inizio del film che ci mostra la giovane Siu Ling , che funge da voce narrante e da angolo di visuale della storia per tutta la pellicola, intenta nelle sue meditazioni amorose innocenti e giocose, creando un clima a metà tra fiaba e commedia, viene rapidamente sconvolto dalle vicende successive che gettano la vicenda sotto quella luce cupa ed estrema che regna per il resto del film.
Bande di sanguinari predatori mettono a ferro e fuoco la città , uccidono monaci e decapitano persone inermi, razziano quanto possono: la fonderia del padre di Siu Ling, dove si fabbricano spade leggendarie, diviene il centro della rivolta contro i predatori, e quando questi rapiscono la ragazza, i due giovani per i quali batte il suo cuore,Ding On e Iron Skull, si gettano nell'impresa di liberarla; Ding On ci rimetterà il braccio destro, prezzo da pagare per il suo gesto di generosità, e , seppur animato dalla volontà di vendicare il padre morto per mano dei banditi quando era piccolo, deve prendere atto della sua menomazione e ritirarsi lontano dagli occhi amici.
Bande di sanguinari predatori mettono a ferro e fuoco la città , uccidono monaci e decapitano persone inermi, razziano quanto possono: la fonderia del padre di Siu Ling, dove si fabbricano spade leggendarie, diviene il centro della rivolta contro i predatori, e quando questi rapiscono la ragazza, i due giovani per i quali batte il suo cuore,Ding On e Iron Skull, si gettano nell'impresa di liberarla; Ding On ci rimetterà il braccio destro, prezzo da pagare per il suo gesto di generosità, e , seppur animato dalla volontà di vendicare il padre morto per mano dei banditi quando era piccolo, deve prendere atto della sua menomazione e ritirarsi lontano dagli occhi amici.
Ma , come sappiamo, la vendetta non è sentimento che rimane sopito troppo a lungo, e , nonostante un braccio un meno, una spada mozzata ed un manuale di arti marziali strappato a metà, Ding On decide che è giunto il momento di chiudere i conti: la sua abilità acquisita nonostante l'arto in meno lo porterà ad incrocarsi con i bersagli della sua sete di vendetta.
Non lasciando nulla di insepresso, Tsui Hark, grazie alla grandezza e alla potenza delle immagini, dirige un racconto crudo, che scandaglia i lati umani più oscuri, contrapposti a quell'atmosfera quasi da fiaba che alimentava i sogni di Siu Ling; se i canoni del wuxia ci sono tutti, è anche vero che il regista rielabora alcuni punti, soprattutto laddove fa di un menomato, privo persino di un'arma degna di tal nome, un eroe che trova nel suo spirito di vendetta e di giustizia la forza per abbracciare lo spirito che anima lo spadaccino errante.
I combattimenti sono tanto frenetici quanto spettacolari con la camera che marca stretto e segue ogni movimento, alternandosi alle ormai leggendarie carrellate che sono un po' il marchio di fabbrica di Tsui Hark.
In fondo a tutto rimane una storia di amore e di separazioni, di perdita e di sconfitta, di lotta tra il male oscuro e il bene spirituale (curiosa la scelta del crocifisso introdotto come amuleto perchè "rappresenta uno che ha salvato tante persone"), ma soprattutto rimane un film bellissimo, apice dell'arte di Tsui Hark, in cui il vento del'epicità soffia fortissimo ed inebria.
Non lasciando nulla di insepresso, Tsui Hark, grazie alla grandezza e alla potenza delle immagini, dirige un racconto crudo, che scandaglia i lati umani più oscuri, contrapposti a quell'atmosfera quasi da fiaba che alimentava i sogni di Siu Ling; se i canoni del wuxia ci sono tutti, è anche vero che il regista rielabora alcuni punti, soprattutto laddove fa di un menomato, privo persino di un'arma degna di tal nome, un eroe che trova nel suo spirito di vendetta e di giustizia la forza per abbracciare lo spirito che anima lo spadaccino errante.
I combattimenti sono tanto frenetici quanto spettacolari con la camera che marca stretto e segue ogni movimento, alternandosi alle ormai leggendarie carrellate che sono un po' il marchio di fabbrica di Tsui Hark.
In fondo a tutto rimane una storia di amore e di separazioni, di perdita e di sconfitta, di lotta tra il male oscuro e il bene spirituale (curiosa la scelta del crocifisso introdotto come amuleto perchè "rappresenta uno che ha salvato tante persone"), ma soprattutto rimane un film bellissimo, apice dell'arte di Tsui Hark, in cui il vento del'epicità soffia fortissimo ed inebria.
sono d'accordo, un bellissimo film e una regia molto efficace. strettamente imparentato con la danza contemporanea, a quel che ricordo.
RispondiEliminaSì vero iosif, i duelli coerograficamente sono bellissimi e possono a volte assumere l'aspetto di una danza, caratteristica comune comunque a molti film wuxia o di kung fu.
RispondiEliminaSta di fatto che questa opera è un capolavoro assoluto.
Mi hai incuriosito, vedo di procurarmelo...e noto con piacere che riservi molto spazio alle produzioni orientali!
RispondiEliminacheers!
Benvenuto Zemm; beh sì in effetti, lo ammetto, mi ritengo particolarmente sensibile alla cinematografia orientale.
RispondiEliminaaltro grande tassello nella filmografia di Tsui Hark e un esempio di wuxia davvero potente... la regia, le coreografie e il montaggio rendono il tutto un'esperienza visiva totalizzante.
RispondiEliminaCredo che definirlo il più bel wuxia di sempre non sia esagerato, uno dei gioielli della filmografia di quel grandissimo regista che è Tsui Hark
RispondiEliminal'ho finito ora di vedere dopo una vita che lo avevo in archivio. Pur conoscendo Tsui Hark non mi aspettavo di certo una regia così particolare, con scelte di scenografia e fotografie che non saprei come definire se non "stilizzate", ma che rendono splendidamente l'atmosfera. Non credo sovverta troppo i canoni del genere, soprattutto guardando la storia (certo se poi lo paragoniamo con quelli degli anni 60-70 è un altro conto), ma sicuramente ha una forza notevole. Il più bel wuxia però per me rimane Ashes of time ;)
RispondiEliminaConcordo in parte su Ashes of time, in quanto a mio avviso è un lavoro che va oltre il genere puro.
RispondiEliminaVero che il lavoro è stilizzato, ma Tsui Hark sa rendere rivoluzionario anche un lavoro che segua certi binari come questo.
visto, finalmente! continuo a preferire l'hark ispiratore e produttore rispetto a quello regista, però concordo che the blade è davvero un filmone: cupo, oscuro, visivamente mozzafiato (molto bello il duello sotto la pioggia, quello in mezzo alle canne di bambù, e i flashback che ricordano al protagonista la morte del padre), davvero una grandissima pellicola
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