Aria da commedia anni cinquanta e da lotta di classe
Se ancora serviva una ulteriore prova, Francois Ozon dimostra in maniera inequivocabile la sua grandissima poliedricità che ne fa uno dei cineasti più originali del vecchio continente: Potiche è un tuffo nella commedia stile anni 50 di hollywoodiana memoria condito però con il giusto intellettualismo della commedia francese e costituisce un totale ribaltamento del registro narrativo del precedente lavoro, avvicinandosi di più , come ambientazione e come struttura, a 8 donne e un mistero.
Riportando le lancette del tempo a 35 anni fa, Ozon racconta una storia molto borghese , calata in un contesto di lotta di classe in cui trova spazio perfino una citazione per George Marchais; Robert Pujol dirige con mano ferma e con metodi si direbbe oggi antisindacali la fabbrica di ombrelli ereditata dalla moglie che da parte sua vive la sua vita da bella statuina, puro oggetto ornamentale, costretta a parlare con gli scoiattoli e a scrivere insulse poesie.
Quando in seguito ad uno sciopero Robert viene prima sequestrato dai lavoratori poi rilasciato ed infine colpito da infarto, la moglie Suzanne si trasforma da bella statuina in donna manager, guidando con successo l'azienda , anche grazie alla collaborazione dei due figli.
Quando in seguito ad uno sciopero Robert viene prima sequestrato dai lavoratori poi rilasciato ed infine colpito da infarto, la moglie Suzanne si trasforma da bella statuina in donna manager, guidando con successo l'azienda , anche grazie alla collaborazione dei due figli.
L'affacciarsi alla vita vissuta , lontano dalla villa isolata e immersa nel verde, ci regala una nuova donna, energica, pragmatica, disposta a venire incontro alle esigenze dei lavoratori, e pronta a riassaporare vecchie avventure, molto ipocritamente e perbenisticamente tenute nascoste. Il ritorno del marito Robert in sella alla guida dell'azienda porterà a nuove scelte e a nuovi confronti.
Che sia un tuffo nel passato questo film lo dimostrano non solo le ambientazioni e le macchine ormai d'epoca (addirittura una A112 di proprietà di Suzanne), ma soprattutto un certo linguaggio e certe dinamiche sociali che al giorno d'oggi sembrano provenire da un tempo lontano anni luce, così come l'emergere e l'affrancarsi dal suo ruolo meramente ornamentale non può non richiamare alla mente tematiche femministe paritarie, anche se Ozon mette comunque al centro la figura di Suzanne intesa come soggetto che con gesto quasi titanico si libera da certe catene.
Che sia un tuffo nel passato questo film lo dimostrano non solo le ambientazioni e le macchine ormai d'epoca (addirittura una A112 di proprietà di Suzanne), ma soprattutto un certo linguaggio e certe dinamiche sociali che al giorno d'oggi sembrano provenire da un tempo lontano anni luce, così come l'emergere e l'affrancarsi dal suo ruolo meramente ornamentale non può non richiamare alla mente tematiche femministe paritarie, anche se Ozon mette comunque al centro la figura di Suzanne intesa come soggetto che con gesto quasi titanico si libera da certe catene.
Il genere tipicamente da commedia addolcisce certe tematiche fin quasi a mettere ai margini problematiche sociali o politiche, col risultato di presentare una storia in cui quello che più rimane impresso è una sorta di discreta e soave nostalgia, raccontata con eleganza.
Sebbene il film diverta con gusto e con intelligenza, Ozon non riesce ad essere così convincente come nei lavori più drammatici; Potiche è senz'altro film da vedere nel quale il regista francese da ulteriore prova della sua bravura e del suo talento, ma l'impressione che in alcuni tratti si tocchi l'esercizio stilistico puro è tangibile.
Nota di merito ulteriore per il regista,che in questo senso bissa la prova di 8 donne e un mistero, è la capacità di saper creare una bella coesione armonica tra quattro tra i maggiori attori francesi: i grandissimi Catherine Deneuve, bravissima nel ruolo di Suzanne-bella statuina e Gerard Depardieu, nel ruolo del sindaco comunista della cittadina nonchè ex fugace amante giovanile di Suzanne che vorrebbe dopo oltre 20 anni dare un seguito a quell'avventura, che ultimamente, vuoi per la sua immensa mole, vuoi per l'affacciarsi dei segni dell'età , si trova sempre più a suo agio in ruoli che ispirano quasi tenerezza; completano il cast il sempre convincente Fabrice Luchini nella parte di Robert Pujol e il dardenniano Jaramie Renier nei panni del figlio di Suzanne.
Sebbene il film diverta con gusto e con intelligenza, Ozon non riesce ad essere così convincente come nei lavori più drammatici; Potiche è senz'altro film da vedere nel quale il regista francese da ulteriore prova della sua bravura e del suo talento, ma l'impressione che in alcuni tratti si tocchi l'esercizio stilistico puro è tangibile.
Nota di merito ulteriore per il regista,che in questo senso bissa la prova di 8 donne e un mistero, è la capacità di saper creare una bella coesione armonica tra quattro tra i maggiori attori francesi: i grandissimi Catherine Deneuve, bravissima nel ruolo di Suzanne-bella statuina e Gerard Depardieu, nel ruolo del sindaco comunista della cittadina nonchè ex fugace amante giovanile di Suzanne che vorrebbe dopo oltre 20 anni dare un seguito a quell'avventura, che ultimamente, vuoi per la sua immensa mole, vuoi per l'affacciarsi dei segni dell'età , si trova sempre più a suo agio in ruoli che ispirano quasi tenerezza; completano il cast il sempre convincente Fabrice Luchini nella parte di Robert Pujol e il dardenniano Jaramie Renier nei panni del figlio di Suzanne.
Film tutto sommato gradevole, con una simpatica Devenue e un ottimo Deparideu. In alcuni momenti si rlalenta un pò, in altri invece diventa esilarante. Niente di che, ma sempre meglio delle squallide commedie italiane che girano nei cinema nostrani in questi giorni...
RispondiEliminaEh eh, ma stiamo parlando di Ozon mica di Fausto Brizzi....forse uno dei meno riusciti suoi, ma pur sempre Ozon...
RispondiEliminaOvviamente non c'è paragone con le commediole all'italiana del XXI secolo; il film è ben fatto, come dice Cinepolis Ozon è sempre Ozon, sicuramente non è tra i suoi migliori e comunque la mia impressione è che tutto sommato il regista si muova meglio su piani narrativi drammatici.
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