Il dramma dell'Etiopia che popola gli incubi
Su tre piani temporali tra loro intersecantesi e un quarto piano narrativo puramente onirico, si svolge il racconto della vita di un uomo e del dramma del suo popolo: Anberber torna in Etiopia, deciso a rivedere il suo villaggio e la sua vecchia madre; tra partenza e ritorni la vita gli ha lasciato in regalo una gamba di legno e un mondo interiore popolato di fantasmi che agitano il suo sonno.
Partito per l'Europa con il Negus Haile Selassie al potere, con l'infanzia già segnata dal ricordo dell'imperialismo mussoliniano, si nutre del sogno di poter studiare e rendersi utile al suo paese; quando rientra in Africa al potere c'è Menghistu e la sua utopia comunista che porta alla guerra civile, e Anberber , che di sogni socialisti si era nutrito in Europa, vede i suoi intenti irrealizzati con la conseguente ripartenza (stavolta una sorta di esilio imposto) per la Germania, dove oltre alla disillusione conoscerà anche il germe della xenofobia, direttamente sulla sua pelle.
Partito per l'Europa con il Negus Haile Selassie al potere, con l'infanzia già segnata dal ricordo dell'imperialismo mussoliniano, si nutre del sogno di poter studiare e rendersi utile al suo paese; quando rientra in Africa al potere c'è Menghistu e la sua utopia comunista che porta alla guerra civile, e Anberber , che di sogni socialisti si era nutrito in Europa, vede i suoi intenti irrealizzati con la conseguente ripartenza (stavolta una sorta di esilio imposto) per la Germania, dove oltre alla disillusione conoscerà anche il germe della xenofobia, direttamente sulla sua pelle.
Nella quiete del suo villaggio sulle sponde del Lago Tana, in un ambiente che solo apparentemente lo protegge e gli da tranquillità, avrà tempo di rivedere la sua vita con gli occhi della realtà del momento che parla di guerra civile, di stenti e miseria.
La coscienza del protagonista, ripetutamente scossa dai frequenti incubi, si presta a collante dei tre piani temporali della storia, tenuti assieme anche dalla voce narrante del protagonista stesso.
E' sì la storia di un uomo, delle sue speranza , dei suoi ideali e delle sue sconfitte, ma è anche , e soprattutto, la storia di un paese perennemente dilaniato da carestie, guerre e morti: gli occhi del protagonista sono gli occhi di un intero popolo che sembra avere perso anche la speranza.
Lo studio analitico della vita di Anberber mostra il percorso di un uomo che ondeggia tra la progredita Europa e l'Africa poverissima, animato da grandi slanci e ideali che cozzano con una reltà che gli si para sotto gli occhi stando seduto fuori della sua casa nel villaggio natio.
E' indubbio che Gerima costruisce un film molto sentito, poco ideologizzato e molto umanizzato, eccede forse in descrizioni etniche che appesantiscono un po' il racconto, sparge qualche metafora nella storia che, seppur visivamente molto bella, non convince a pieno (la grotta dove si nascondono i giovani per fuggire al reclutamento forzato, la nascita del bambino nel finale), ma il film nel suo complesso convince, mostrando immagini di una Africa molto poco cinematografiche ma molto vere e offerte con grande bravura.
L'aspetto politico è affrontato con discrezione, ed anzi in alcuni momenti sembra affacciarsi quasi una sottile vena ironica (il discorso di uno dei militanti delle due fazioni in lotta che afferma essere l'Albania il paese modello, l'assurdità di una guerra civile tra due fazioni entrambe marxiste-leniniste) così come la profonda religiosità (l'Etiopia è la culla della religiona copta), che si abbraccia spesso a superstizioni pagane, è vista come uno dei tasselli di una civiltà che vorrebbe aprirsi all'occidente.
Ma su tutto sembra emergere il concetto di una cultura profondamente legata alla terra che va perdendo quelle che sono le sue radici e i suoi riferimenti sotto i colpi delle tensioni politiche e militari che distruggono la coesione di un poplo con la sua terra.
La coscienza del protagonista, ripetutamente scossa dai frequenti incubi, si presta a collante dei tre piani temporali della storia, tenuti assieme anche dalla voce narrante del protagonista stesso.
E' sì la storia di un uomo, delle sue speranza , dei suoi ideali e delle sue sconfitte, ma è anche , e soprattutto, la storia di un paese perennemente dilaniato da carestie, guerre e morti: gli occhi del protagonista sono gli occhi di un intero popolo che sembra avere perso anche la speranza.
Lo studio analitico della vita di Anberber mostra il percorso di un uomo che ondeggia tra la progredita Europa e l'Africa poverissima, animato da grandi slanci e ideali che cozzano con una reltà che gli si para sotto gli occhi stando seduto fuori della sua casa nel villaggio natio.
E' indubbio che Gerima costruisce un film molto sentito, poco ideologizzato e molto umanizzato, eccede forse in descrizioni etniche che appesantiscono un po' il racconto, sparge qualche metafora nella storia che, seppur visivamente molto bella, non convince a pieno (la grotta dove si nascondono i giovani per fuggire al reclutamento forzato, la nascita del bambino nel finale), ma il film nel suo complesso convince, mostrando immagini di una Africa molto poco cinematografiche ma molto vere e offerte con grande bravura.
L'aspetto politico è affrontato con discrezione, ed anzi in alcuni momenti sembra affacciarsi quasi una sottile vena ironica (il discorso di uno dei militanti delle due fazioni in lotta che afferma essere l'Albania il paese modello, l'assurdità di una guerra civile tra due fazioni entrambe marxiste-leniniste) così come la profonda religiosità (l'Etiopia è la culla della religiona copta), che si abbraccia spesso a superstizioni pagane, è vista come uno dei tasselli di una civiltà che vorrebbe aprirsi all'occidente.
Ma su tutto sembra emergere il concetto di una cultura profondamente legata alla terra che va perdendo quelle che sono le sue radici e i suoi riferimenti sotto i colpi delle tensioni politiche e militari che distruggono la coesione di un poplo con la sua terra.
a me è piaciuto moltissimo, secondo me tu ne parli meglio dello stelle che dai:)
RispondiEliminaè un film che parla a tutti noi, speranze, fallimenti, radici, attuale e profondo, dolce e crudele, siamo in zona capolavoro, un film che resterà.
nel 2008-09 era nei miei film più belli
http://markx.splinder.com/tag/classifica+2008-2009
ciao
ho fatto un salto su imdb
RispondiEliminahttp://www.imdb.com/name/nm0314340/
meno di 10 film in 40 anni
peccato!
Beh forse hai ragione Ismaele, ma sai alla fine le stelline sono più un giochetto che altro e comunque servono solo a dare una idea di massima; indubbiamente il film è validissimo, ma però, a mio avviso, come ho detto qualche difettuccio ce lo ha.
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