Giudizio: 7/10
Banditi patriotti
Dichiarato ammiratore del genere western, il regista cinese Yang Shupeng con questo suo terzo lavoro si avvicina , per lo meno nelle ambientazioni, a quel genere di riferimento: le polverose regioni montuose del nord ovest della Cina fanno da sfondo ideale alla storia raccontata in An Inaccurate Memoir,curioso titolo francese all'interno del quale c'è il nocciolo della tematica che il regista affronta.
Ambientato nel 1942, in piena guerra di resistenza all'invasore giapponese, il film racconta di un agente segreto, che fallito il piano di uccidere il fratello dell'Imperatore, si rifugia in una zona in cui imperversa una masnada di banditi tanto avidi quanto efficienti: la figura di Gao,l'agente in fuga, vestito di tutto punto come se dovesse sposarsi che si presenta di fronte a Fang il capo-bandito, sembra tanto richiamare quei personaggi solitari che pullulano nei film western, ma , togliendo cavalli e fucili, la filosofia dei western è molto, molto labile, essendo, ancora una volta, come in molti lavori cinesi di genere, il nazionalismo antinipponico il motore del racconto.
Gao , catturato, come Clint che cerca di accattivarsi i favori dei banditi, si imbarca in una impresa proibitiva, stimolato dalla grande capacità che i banditi dimostrano: piegarli alla causa antigiapponese e coinvolgerli in azioni patriottiche; questa di per sè è già una svolta ricca di interesse nel contesto del film, allorquando la ricerca della ricchezza che stimola i banditi si congiunge allo scopo politico.
Attraverso un racconto che più spesso giace nel campo della commedia, Yang Shupeng narra le gesta di questo manipolo di uomini comuni votati però a lasciare il segno nella Storia attraverso il colpo della vita: rapire il principie giapponese e chiedere il riscatto all'Imperatore, ottenendo così i classici due piccioni con una fava.
Il film ha ritmo, ben diretto, con una certa eleganza espressiva, mostra il percorso di trasformazione dei protagonisti, tutti molto ben caratterizzati nei loro ruoli (ed in questo una certa aria da western sicuramente spira), da gente comune ad eroi, seppur dimenticati perchè cancellati da una memoria imprecisa.
I banditi, anti-eroi per antonomasia, che attratti non solo dal denaro, ma anche da un rigurgito di coscienza civile si trasformano in eroi: una classica storia che però ben si guarda dal cadere nel filone della redenzione sociale o del dramma, sempre in agguato quando si affrontano tematiche simili.
Anche dal punto di vista tecnico An Inaccurate Memoir mostra qualità apprezzabili: la ricostruzione del rifugio dei banditi nelle gallerie sotterranee e la battaglia che si svolge in esse è uno dei momenti più belli e ricchi di ritmo del film intero.
Soprattutto Huang Xiaoming nel ruolo del capobandito Fang, personaggio vulcanico e ricco di carisma, offre una prova degna di nota ed insieme al resto del cast contribuisce a creare dei personaggi originali che rimangono bene impressi.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.