Giudizio: 6.5/10
Berlino crocevia di spie ed intrighi
Il blockbuster spionistico coreano The Berlin File, film d'apertura del FEFF 15, preceduto da un successo notevole al botteghino in patria, risultando una della pellicola a maggior budget della storia cinematografica coreana, è film che cerca di far gustare antichi sapori , riproponendo una spy story classica che più classica non si può, in tutti i suoi componenti.
Per le due ore di durata del lavoro di Ryoo Seung-wan, Berlino torna ad essere il nodo cruciale del mondo spionistico: non è la Berlino grigia e tetra dei film anni 70-80 bensì è quella del Bundestag e di Postdamer Plaz, però gli ingredienti ci sono tutti, direi quasi pervicacemente ricercati; non c'è la Stasi che tutto osserva, ma ci sono gli immancabili americani che sorvegliano, i nordcoreani cattivi che fanno affari con gli arabi infidi, c'è l'onnipresente Mossad e ci sono i sudcoreani buoni, tutti indaffarati a creare grovigli di affari, politica e armi.
Il nucleo nordcoreano è pesantemente sospettato di serbare in grembo un traditore così dalla madre partia giunge a Berlino il superagente incaricato di scoprire il marrano, mettendosi con ciò faccia a faccia con l'altro agente berlinese con il quale non scorre buon sangue a causa di eventi del passato.
Come tutte le spy-story che si rispettino non manca l'intrigo, l'azione, i morti ammazzati e i sospetti, ben conditi dagli immancabili appostamenti, dagli incontri clandestini con i baveri dell'impermeabile alzato, dalle valigette diplomatiche e persino da siringoni che contengono veleni letali.
Un superclassico insomma, che ha il suo ritmo, ben girato e ben interpretato che ripercorre sentieri già abbondamente battutti non offrendo nulla di nuovo che non siano alcune super-spettacolari scene di azione , indubbiamente molto efficaci.
All'interno dell'intrigo internazionale trova spazio la storia personale dei due agenti nordcoreani, marito e moglie, cui la caccia al traditore sembra potere riservare nuove prospettive, stretti tra il legame affettivo e la doverosa fedeltà alla patria.
Ryoo è bravo nel creare una prima parte che costruisce il groviglio, intreccia le storie ed i personaggi ed offre la duplice prospettiva al racconto da parte nord e sudcoreana, poi nella seconda parte cerca di riannodare i fili che penzolano, non sempre riuscendoci , e affidandosi maggiormente alle prospettive individuali dei protagonisti.
Nel complesso The Berlin File è film che non annoia, genera bei momenti d'azione, rievoca atmosfere forse anche un po' demodè e si distingue da certo cinema di azione coreano perennemente ingessato in schemi e situazioni stereotipate.
Il cast è tutto di buona qualità e in forma: Ha Jung-woo, che vedemmo in The Chaser, e Gianna Jun interpretano in modo credibile la coppia di spie nordcoreane,Han Seok-gyu veste i panni della spia sudcoreana e Ryoo Seung-beom, fratello del regista, risulta probabilmente il migliore nel ruolo del normalizzatore inviato dalla Corea del Nord.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.