Giudizio: 6.5/10
La vita è amore
"Life is love, love as it is" : è il sigillo finale che Scud imprime sul suo ultimo lavoro, ad un anno di distanza da Amphetamine, film che ricevette grossi riconoscimenti.
Se l'amore è vita come asserisce il regista , il suo lavoro è uno sguardo senza veli, privo di una qualsivoglia mediazione sull'amore a 360 gradi, soprattutto nei suoi aspetti più crudi ed estremi.
La festa nuziale , grottesca e drammatica, con cui si apre il film , una delle scene migliori, da il via al racconto che esplora le facce più oscure delle relazioni umane attraverso una carrellata di storie che si incrociano solo in quei momenti iniziali e che si basano su coppie gay, coppie lesbo, coppie incestuose, triangoli drammatici, infatuazioni giovanili per piacenti donne mature, tutte inserite in un solco in cui abbonda l'ossessione, la solitudine,la gelosia, la passione insana e financo la morte.
Alcuni di questi siparietti, raccontati a balzi, senza seguire una continuità narrativa, francamente lasciano delusi ed interdetti ( la coppia lesbo e la donna matura col suo insegnante di ballo) , mentre altri segmenti, meglio articolati e meglio raccontati sono sicuramente validi (il triangolo amoroso drammatico e la coppia incestuosa) e curiosamente tutti ( o quasi) trovano la loro conclusione in un'aula di tribunale.
Quello che invece è indubbio è la chiara volontà di Scud di provocare sia nelle tematiche che nelle scene (pesanti sono gli interventi della censura che oscura o pone il famigerato quadratino a nascondere gli atti sessuali espliciti, soprattutto fellatio), provocazione che , pur conoscendo l'abituale vena del regista, appare a volta un po' troppo ostentatamente ricercata.
Altrettanto fuori di dubbio è però la capacità dei Scud di raccontare la storia con grande leggerezza, anche laddove le tematiche potrebbero condurre verso atmosfere pesanti e lugubri, proprio quello che non riuscì a fare nel pur bello Amphetamine.
Va da sè che il regista HKese appartiene a quella ristretta schiera di cineasti molto anticonvenzionali che non si pone il problema di raccontare storie difficili e scabrose colpendo il nervo scoperto del puritanesimo ed il film per larghi tratti si va valere; il difetto maggiore risiede , oltre che in una certa ostentata provocatorietà, nella debolezza narrativa che presentano alcuni tratti della storia.
Dal punto di vista della regia il film mostra le capacità di Scud soprattutto nel modo di incrociare le storie e nella loro atmosfera pacata, spesso riflessiva: il personale giudizio sull'amore e sulla vita insomma risulta abbastanza chiaro.
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