Giudizio: 6.5/10
...e la storia continua
Dove finisce il primo capitolo si riparte: nei titoli di testa vediamo addirittura una sorta di riassunto della puntata precedente e il racconto riprende puntutale.
Lu Chuan ha sposato la figlia del Maestro in modo che possa finalmente apprendere la tecnica di kung fu altrimenti preclusa ai forestieri, ma il villaggio, basandosi su una profezia antica continua a dubitare di lui, nonostante l'appoggio del Maestro.
Nel villaggio torna il figlio del Maestro Chen, ripudiato dal padre con ignominia perchè disinterressato alle arti marziali ed attratto invece dallo studio delle tecnologia.
E poi i soliti diavoli stranieri che appoggiano il traditore in cerca di vendetta e che si accingono a distruggere il villaggio.
Lu Chuan ha raggiunto ormai lo status di esperto nella nuova tecnica, e la metterà al servizio dei compaesani per salvarli dal disastro.
Solito sano nazionalismo contrapposto alla corruzione e la lealtà del Tai Chi e dei legami famigliari, pilastri della società avviata verso la fine della Dinastia Qing, sono i connotati che più di altri emergono dal lavoro di Stephen Fung, in ciò sostanzialmente in linea con il genere che affonda le radici nelle arti marziali.
Il secondo capitolo di questa trilogia prosegue anche dal punto estetico quanto già fatto nella prima, la tematica del rapporto padre-figlio minato dallo scarso interesse di quest'ultimo per il kung fu si inserisce nel contesto ambientale commediaiolo che , ricalcando lo schema stilistico da Shaw Brothers, tenta di mantenere sempre il ritmo a livelli sostenuti affidandosi principalmente alle coreografie dirette da Sammo Hung: combattimenti spettacolari, slow motion ben dosate, bei momenti di azione (soprattutto l'ultimo nella case del Principe) scandiscono i tempi del film.
Pur essendo sostanzialmente coerente con il precedente episodio e pur trovandosi spunti narrativi nuovi, Tai Chi Hero non aggiunge nulla, anzi semmai mostra il suo volto già visto che inevitabilmente gli fa perdere la sorpresa per quel brio che regalava Tai Chi 0.
Vedremo cosa ci riserverà il terzo episodio della trilogia.
Anche qui, come nel precedente, buona la prova di Tony Leung Ka Fai; per il resto cast che non regala nulla di apprezzabile.
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