domenica 5 aprile 2020

Farewell Song ( Shiota Akihiko , 2019 )




Farewell Song (2019) on IMDb
Giudizio: 8/10

Shiota Akihiko è uno tra i registi giapponesi più originali, sebbene le sue opere abbiano spesso come protagonisti giovani con i loro problemi di adattamento, tematica tutt'altro che nuova per il cinema nipponico, ma nella quale Shiota ha dimostrato sempre di avere uno sguardo molto delicato, carico di compassione e di empatia.
Regista ormai sessantenne Shiota ha diretto non molti lavori, soprattutto negli ultimi anni ha diradato di molto le uscite delle sue nuove pellicole, ma rimane un personaggio che conosce l'ambiente cinematografico e i modi di fare cinema come pochi, avendo tra l'altro collaborato per diverso tempo con registi come Kurosawa Kiyoshi e Suzuki Seijun; nonostante ciò Farewell Song a parte il rilascio in Giappone non ha avuto alcuna altra distribuzione.
La pellicola di Shiota Akihiko è basata sulla storia del gruppo musicale Harureo , composto da due giovani ragazze Haru e Reo appunto e un ragazzo, Shima, che funge essenzialmente da manager e factotum.
Il film inizia con il terzetto che parte alla volta di quella che sarà la loro ultima tournèe, che si concluderà ad Hakodate in Hokkaido, prima di dividersi definitivamente.


Tra i tre si intuisce qualche frizione, qualche situazione non chiarita, forse una semplice assuefazione artistica ed umana, qualcosa insomma che spiegherebbe la decisione di sciogliere il gruppo, nonostante il successo di cui godono a livello degli ambienti di musica indie.
La storia a questo punto procede tra il presente e i flashback che ci riportano agli inizi: come Haru abbia incontrato Reo e spinta ad unirsi a lei nel percorso musicale, riconoscendo nella ragazza una inquietudine personale che probabilmente è anche la sua, come Shima si sia offerto di fungere da manager organizzando le serate nei club  e nelle piccole sala , di come l'accordo tra i tre sia sempre stato quello di evitare le implicazioni sentimentali , di come il gruppo abbia raggiunto un successo repentino e di come Haru compone le canzoni scrivendo durante i viaggi; insomma una storia a ritroso che ci serve per capire meglio quello che sta accadendo oggi.
Ma soprattutto il racconto è un costante obiettivo puntato sui malesseri e sulle inquietudini dei tre , principalmente delle due ragazze, legate da una grande amicizia, forse anche qualcosa di più, che solo con la musica, con le parole e le chitarre suonate assieme riescono ad esprimere il subbuglio che alberga nel loro animo.
Man mano che l'ultimo concerto si avvicina e la data dello scioglimento si approssima Haru , Reo e Shima, riguardano dentro se stessi per capire cosa significhi quell'addio; il finale  , che di fatto rimane molto aperto, è in linea con tutto il film: pacato, minimalista e intimo.

Con Farewell Song siamo un po' in balia tra varie forme di racconto cinematografico; coming of age-road movie-film musicale- dramma esistenziale giovanile , tutti aspetti ben presenti nell'opera di Shiota, il quale da parte sua opta per una narrazione silenziosa, pacata, spesso sussurrata, dalla quale emergono gli affanni e le ansie di una generazione post adolescenziale priva spesso di alcun appoggio, desolatamente sola, abbandonata a se stessa e priva di punti di riferimento; i tre protagonisti di Farewell Song trovano nella espressione musicale e nell'amicizia qualcosa che li liberi dagli affanni, che li faccia sentire un po' meno soli e che li aiuti nel relazionarsi con il mondo esterno.
Ecco quindi che l'addio, al termine dell'ultimo concerto, la separazione artistica e personale diventa qualcosa che, sebbene perseguita e accettata da tutti, con l'avvicinarsi del momento assume i colori del dramma dell'abbandono e della separazione, un ritorno a quello stato di anima errante nella solitudine della società moderna.
Per tale motivo Farewell Song, seppur con toni a volte quasi infantili, è un bellissimo racconto di amicizia , di socializzazione e di espressione personale, un racconto che è un invito al percorrere le strade insieme e non da soli, a saper accettare il prossimo, per non essere sopraffatti dalla solitudine.
Shiota predilige una tecnica di regia molto minimalista, cercando di rendere il più credibili possibile sia le situazioni che le ambientazioni e soprattutto lascia molto parlare i personaggi, con le loro canzoni, con le riflessioni, i silenzi e le lacrime.
Molto ben affiatati i tre attori protagonisti su cui poggia praticamente tutto l'impianto del film: Kadowaki Mugi  (Haru), la leader del gruppo, quella con la personalità forse più complessa, Komatsu Nana (Reo), lo spirito più ribelle e Narita Ryo ( Shima) se la cavano molto bene nel rappresentare i tormenti giovanili dei loro personaggi


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