Giudizio: 6/10
Il mondo della finanza con tutto il suo universo che gli vive intorno un po' parassita e un po' simbiotico, è da alcuni anni il terreno su cui tutte le cinematografie si sono cimentate soprattutto nel genere thriller; il vivacissimo cinema coreano, probabilmente il più vitale dell'estremo oriente in questi ultimi due anni, aggiunge alla corposa lista dei thriller finanziari questo Money ( titolo che già dice tutto) opera prima della regista e sceneggiatrice Park Noori che già sette anni orsono fu assistente alla regia in Berlin File, lavoro che riscosse un enorme successo di pubblico.
Quasi interamente incentrato nel quartiere finanziario che orbita intorno alla Borsa e agli uffici delle compagnie di brokeraggio di Seoul, Money racconta la storia del giovane Cho, un ragazzo laureato in una università di certo non tra le più rinomate, con una famiglia che vive in provincia e che possiede una piccola impresa che coltiva lamponi, che finalmente, come sognano tutti quelli che intraprendono la carriera di broker, approda nel paradiso terrestre della finanza, un mondo parallelo nel quale gli squali nuotano tra i bagnanti, i tagliagole sono pronti a bruciare ingenti quantità di denaro speculando e incenerendo anche le vite di sventurati investitori e di operatori del settore, aziende passano di mano e in un batter di ciglio si ritrovano a valori stratosferici partendo da situazioni fallimentari.
Insomma un ambiente non certo consono ad un giovane alle prime armi, a maggior ragione in una società come quella coreana che fa della competitività il suo credo principale e del denaro il suo metro di giudizio. Lo dirà Cho alla fine: "Io volevo solo diventare ricco" ed è quello che tutti coloro che entrano a lavorare nel settore finanziario di Seoul si aspettano: parametrare la propria vita e quella degli altri a quanti zeri ha il proprio profitto con le operazioni borsistiche.
Cho è ovviamente spaesato, osserva i vecchi marpioni, cerca di carpire i trucchi , ma all'inizio lui è solo il ragazzo del caffè da portare alla scrivania dei colleghi più navigati anche perchè la prima operazione che esegue si traduce in un clamoroso errore e in una conseguente perdita di denaro.
Quando un collega più anziano lo avvicina e gli lascia intendere che potrebbe essergli di grande aiuto, Cho, che sa benissimo che in quell'ambiente non esistono amici, rimane dubbioso, ma quando capisce che mediante il contatto con un fantomatico e misterioso soggetto che si fa chiamare The Ticket potrebbe guadagnare cifre a molti zeri, decide di lanciarsi nel mondo degli squali, dei broker d'assalto senza scrupoli, disposti ad agire sempre in bilico sul limite, a volte anche superandolo, pur di vedere salire il proprio profitto nelle operazioni e quindi il conto in banca.
Gli incontri con il misterioso personaggio avvengono in maniera carbonara, seminascosti e telegrafici: The ticket ordina e dà le direttive , fissa il compenso e Cho agisce; con grande sorpresa , dopo l'iniziale timore, il giovane si rende conto che fare soldi (tanti) non è poi così difficile: è il benvenuto nell'inferno dipinto da paradiso della finanza d'assalto e imbrogliona.
Il conto in banca sale, ma lentamente iniziano anche a comparire i problemi e gli aspetti pericolosi: colleghi che muoiono, incidenti che tali non sono, minacce neppure tanto velate, la polizia alle calcagna ,l'altra faccia della finanza d'assalto che vede in campo i veri banditi disposti a tutto pur di perseverare nei loro affari.
Una perdita continua di etica e di morale che Cho inizia a mal sopportare nonostante il suo strepitoso conto in banca ed una tangibile sensazione di sentirsi solo , costretto a guardarsi le spalle da tutti anche da coloro su cui credeva di poter contare.
Nel suo insieme Money non aggiunge nulla di nuovo o di particolarmente interessante ad un genere che, come detto, è piuttosto in auge negli ultimi tempi, specchio di una epoca in cui l'importanza e la forza del denaro è crescita in modo fin troppo eccessivo.
Indubbiamente l'ambiente finanziario è raccontato con un certo interesse descrittivo pur non riuscendosi a smarcare dai consueti clichè, nella storia c'è senz'altro del buon ritmo che gioca sia con la tensione che con l'azione, la critica al mondo finanziario è probabilmente fin troppo ovvia e standardizzata, mentre la carrellata di personaggi si basa essenzialmente su stereotipi già visti molte volte.
Insomma Money è film abbastanza ordinario sotto molti punti di vista , che però il suo lavoro di intrattenimento lo fa in maniera discreta, il classico thriller senza grande impegno.
Il cast è di tutto rispetto: Ryu Junyeol è il giovane Cho che solo nel finale riesce a frenare la sua corsa verso il baratro, Yoo Jitae è il misterioso burattinaio The ticket , Won Jinah è Mrs Park una collega di Cho aspirante femme fatale.
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