sabato 4 aprile 2020

Lost in Love / 如影随心 ( Huo Jianqi / 霍建起 , 2019 )




Lost in Love (2019) on IMDb
Giudizio: 5/10

Regista tra i più interessanti della cinematografia cinese, a cavallo tra Quinta e Sesta Generazione, Huo Jianqi a tre anni da Xuan Zang, coproduzione sino-indiana che raccontava la storia di un monaco buddhista partito dalla Cina e arrivato in India per studiare la filosofia buddhista, dirige una storia romantica metropolitana che vede protagonisti Song, un violinista classico e Ying una artista arredatrice che si incontrano per la prima volta tra i banchi dei mercatini sulla Senna a Parigi; nonostante il primo incontro sia in effetti uno scontro polemico su chi avesse diritto a comprare un disco di Edith Piaf dalla bancarella, i due ben presto scoprono una affinità e una attrazione reciproca che , tornati in Cina, li porta ad intraprendere una vita in comune.
Il passato di entrambi è però irto di situazioni difficili da superare: Song sta divorziando dalla moglie che gli ha dato un figlio che ha ora tre anni; Ying ha appena lasciato un marito egocentrico e insensibile e fatica a rifarsi una propria vita.


Nonostante la passione che lega i due sia fortissima , ben presto si rendono conto che troppe menzogne, troppe cose rimosse e non risolte, troppe cose non dette, stanno lentamente minando il loro rapporto amoroso; soprattutto Song trova difficile tagliare in maniera definitiva con la moglie, la quale dal canto suo decide di raccontare la sua esperienza matrimoniale con l'uomo, mettendo in piazza tutto, attraverso un blog; leggendolo Ying si rende conto di quante cose l'uomo non le ha raccontato facendo crescere in lei il sospetto e i dubbi.
Il finale , bello visivamente, ma fin troppo fiabesco, non sembra darci una chiave di lettura definitiva su quella che è  una storia d'amore  e di passione ai tempi dei social network e dell'epoca in cui le relazioni umane sono sempre più difficili.
Lost in Love può di certo lasciare titubante e interdetto chi conosce almeno un po' la filmografia del regista cinese: Huo infatti partendo da stilemi classici per la quinta generazione, quindi privi della critica sociale e politica palese, ha sempre preferito storie ad ambientazione rurale , piccoli racconti intimi nei quali è l'aspetto umano a coagulare intorno a sè le tematiche del film, basti pensare al bellissimo Postmen in the Mountains o l'altrettanto convincente Nuan.

In Lost in Love invece pur costruendo una storia di una eleganza formale notevolissima, accuratamente inserita in un contesto urbano tendente al glamour, la trama appare fin troppo ovvia, a volte addirittura scontata arricchita di situazioni stantie, compreso il prologo parigino che contiene praticamente tutti i luoghi comuni legati alla Ville Lumiere; vero che il nucleo centrale intorno cui ruota la storia è il tema dell'amore e della passione che possono non bastare a costruire una vita in comune se permangono troppi angoli bui e nascosti nel passato causati da una difficoltà epocale a confrontarsi in maniera sincera, ma il racconto nel suo insieme sembra troppo debole, poco sostenuto da una sceneggiatura debole.
L'avere abbandonato le ambientazioni rurali e intime in favore di un racconto metropolitano e quindi di conseguenza di più ampio respiro, non ha certo giovato all'opera di Huo che a conti fatti fa trasparire una freddezza artefatta che diventa ancora più evidente laddove sconfina in una ricerca di una eleganza forzata, nonostante dal punto di vista tecnico , formalmente, Lost in Love è lavoro di alto livello.
Bravi i due protagonisti, che almeno salvano  in parte il film:  Chen Xiao e Du Juan hanno le fisique du role che ben si addice ; entrambi belli, giovani, pieni di vitalità, ma calati in una storia romantica che però fa acqua da diverse parti.

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