Giudizio: 6/10
Tre omicidi apparentemente slegati, nessuna connessione tra le vittime, luoghi del delitto distanti tra di loro nella sterminata Tokyo; solo un cartellino lasciato nel luogo del delitto che recita una sequela di numeri che non sembrano avere nessuna logica ; dopo vari studi, indagini e lavorii di esperti quei numeri significano molto invece: sono, dopo una complicata operazione aritmetica, le coordinate del luogo dove avverrà il successivo delitto; accanto all'ultimo cadavere ci sono le coordinate che portano all'Hotel Cortesia di Tokyo, un albergo di quelli sterminati, con pretese di lusso, frequentato da persone le più disparate.
Naturalmente la polizia dispone un piano per tenere sotto controllo tutto l'edificio dove ha sede l'hotel: nel seminterrato la centrale operativa e i poliziotti sotto copertura infiltrati tra gli impiegati per controllare tutti gli ospiti in attesa che il serial killer si appalesi.
Al detective Nitta, poliziotto dall'aspetto naif, molto legato ai clichè del poliziotto scapigliato e burbero viene assegnato il posto alla reception affiancato alla diligente ed efficientissima Yamagishi, la quale, fin troppo zelante , vorrebbe insegnare il lavoro al detective non capendo che le loro prospettive sono totalmente discordanti: infatti mentre la donna , da buona receptionist, considera gli ospiti i signori dell'albergo, gente che spesso arriva con una maschera e che si guarda bene dal rimuovere, il poliziotto vede in qualsiasi "cliente" un possibile sospettato, a maggior ragione in considerazione di quella maschera che indossa.
Nell'albergo approda ogni tipo di personaggio appartenente ad una umanità variegata: la donna che scappa dal marito, quella che fugge dello stalker, l'uomo in cerca di soddisfazione dopo tanti anni, quelli che cercano di rimediare una migliore stanza inscenando contrattempi o mancanze dell'albergo: per Nitta sono tutti sospetti, per Yamagishi sono ospiti che decidono le regole del gioco e che vanno assecondati anche a costo di metter da parte l'orgoglio personale.
Alla fine l'assassino si appalesa, le cose non stanno proprio come pensavano i poliziotti e soprattutto la vittima designata è ben lungi dall'essere qualcuno di così distante.
Se vogliamo il grimaldello finale è anche piuttosto assurdo oltre che ben poco convincente, confermando il fatto che Masquerade Hotel non è propriamente un thriller ; il film di Suzuki, tratto da un romanzo di Higashino Keigo, solitamente grande costruttore di trame intricate, sembra più un film diretto da Agatha Christie con quel misto di giallo e di commedia.
Se consideriamo il film sotto questo aspetto Masquerade Hotel ha il suo valore, sebbene un po' troppo spesso sembri più uno spot commissionato dall 'ente turistico alberghiero giapponese; indubbiamente il confronto continuo tra i due protagonisti, che si può immaginare come vada a finire in un epilogo quasi allegorico e che richiama, seppur lontanamente, niente meno che il Kubrick di Eyes Wide Shut, riesce a mantenere un discreto ritmo affidandosi essenzialmente a toni da commedia.
Insomma si vaga tra il manuale dell'albergatore perfetto alla commedia, dal thriller allo spaccato di vita attraverso le piccole storie degli ospiti, il tutto in attesa che il serial killer entri in azione non si sa bene contro chi.
Il centro pulsante del racconto è l'enorme hall dell'abergo dove grazie a continue carrellate circolari Suzuki ci mostra il tourbillon di personaggi, spesso accompagnato da una colonna sonora che arriva persino ad essere invadente.
Se ci si aspetta un thriller che si ispira al principe del romanzo giallo , quale è Higashino, va detto chiaro che si rimarrà delusi; se qualcosa funziona in Masquerade Hotel è di certo più il tono da commedia incentrato sui due personaggi principali ricchi di sfaccettature e sempre pronti al confronto serrato.
Sia Kimura Takuya (Nitta) che Nagasawa Masami ( Yamagishi) assolvono bene il loro compito di condurre per gran parte del film il timone di comando: simpatici, bravi e con una buona intesa riescono a tenere in piedi i toni e le atmosfere da commedia che , come detto, sono i momenti migliori della pellicola.
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