domenica 19 aprile 2020

The Invisible Man [aka L'uomo invisibile] ( Leigh Whannell , 2019 )




The Invisible Man (2020) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Cecilia ha deciso di porre fine a quella relazione che la umilia e la annienta con il brillante e geniale fidanzato grande esperto di materiali ottici ma manipolatore e psicopatico, una relazione che la sta portando all'annullamento della sua personalità, racchiusa nella fredda e agghiacciante fortezza sul mare come appare la casa hi- tech, tutti specchi e telecamere in cui vive.
Con una lunga e memorabile scena iniziale vediamo quindi la donna scivolare dal letto in piena notte e , eludendo tutti i controlli di cui è dotata la casa, scappare a perdifiato nel bosco fino a raggiungere la strada dove l'aspetta la sorella sua complice.
Cecilia si trasferisce quindi a casa di un vecchio amico suo e della sorella, un poliziotto che vive con una figlia adolescente e che cerca di dare un minimo di tranquillità alla donna ancora terrorizzata e ben lungi dal sentirsi al sicuro.
Dopo qualche tempo la notizia che il fidanzato si è tolto la vita e che le ha lasciato una ingente fortuna, da un lato la rende più serena , ma dall'altro la clausola del testamento che prevede che il lascito non sia valido in caso di dimostrazioni di insanità mentale della donna, le continua a dare un senso di angoscia, terrorizzata come è dalla capacità manipolatoria folle dell'uomo.


Ben presto  le più buie e terribili paure di Cecilia cominciano a prendere forma: la donna è convinta che ci sia qualcuno che la spii , che imponga la presenza nella sua vita , che cospiri per far sì che il suo già precario stato psicologico e mentale subisca ulteriori colpi letali; in più chi l'ha aiutata e circondata fino a quel momento con affetto inizia a dubitare della sua sanità mentale non riuscendo a prendere in considerazione le paure e le convinzioni di Cecilia: dapprima sarà compatita e poi chiaramente avversata fino a che il suo equilibrio andrà in pezzi e dovrà essere ricoverata, facendo così scattare quella clausola testamentaria che era stato il pungolo del dubbio che si era annidato nella mente della donna.
Fermiamoci qui, altrimenti si rischia lo spoiler, sebbene sia chiaro, se non altro dal titolo del film, come le cose possano essere andate.
Leigh Whannell che in The Invisible Man funge da regista e da sceneggiatore è personaggio che ha solcato un po' tutte le carriere del mondo cinematografico e solo più recentemente si è dedicato alla regia; in questa circostanza effettua una operazione alquanto ardita: prendere uno dei simboli più universalmente conosciuti del cinema di tutti i tempi, l'uomo invisibile appunto, e rielaborare la sua struttura filmica attraverso una diversa interpretazione; in The Invisible Man, il personaggio è infatti solo uno dei cardini narrativi intorno al quale costruire una storia carica di una tensione raggelante e che contiene all'interno , anzi al centro, una eroina moderna, una donna vessata umiliata, vilipesa che trova il coraggio di ribellarsi a qualcuno che tangibilmente abusa di lei psicologicamente, trovandosi poi però a doversi difendere da qualcosa che non si vede, qualcuno intangibile, una forma di violenza asettica e impersonale che si introduce però nella sua esistenza.
Possiamo quindi dire che The Invisible Man contiene un messaggio fortemente allegorico: la donna che si ribella alla violenza dell'uomo e che fugge inseguita dalle sue paure , dalla sua psiche martellata dalla violenza , che incontra la patetica compassione prima e  quasi il disprezzo poi e nella cui mente si annida lentamente ma in maniera inesorabile il seme della vendetta.

Tutto questo impianto narrativo e psicologico che fa del film di Whannell più che un horror in senso stretto, un thriller a forte impronta psicologica, impiega però tempo a costruirsi sotto i nostro occhi, perchè prima dobbiamo smantellare il dubbio che Cecilia non sia effettivamente una disturbata psicologicamente, che tutto quanto dica di vedere e sentire non sia solo la proiezione delle sue paure e del suo terrore; osserviamo con attenzione ogni scena per capire se un piccolo segno tangibile che esista veramente qualcuno che la perseguita e la minaccia sia reale oppure costruito solo nella sua mente; sono allucinazioni o presenze vere quelle che sente Cecilia ? Tutta la parte centrale della pellicola vive di questo continuo ondeggiare tra una ipotesi e l'altra fino a quando non ci rendiamo conto che siamo nel bel mezzo di un gioco in cui il gatto insegue il topo.
Tutto ciò ha la capacità straordinaria di creare una tensione che non scema mai in nessun momento del film, che si costruisce già con una prima scena degna dei migliori maestri del cinema e si mantiene in tutti quei momenti in cui cerchiamo di capire dove risieda quella presenza che la protagonista dice di sentire vicino a lei.
Il personaggio di Cecilia quindi è il centro della storia, è la sua la prospettiva con cui viene vista la realtà, in questo caso, contrariamente a quanto avveniva nelle numerose altre pellicole che vivevano sulle gesta di esseri invisibili; una sorta di rivoluzione copernicana che mette al centro il tangibile e ai margini l'invisibile, un po' la metafora della condizione delle donne abusate e perseguitate costrette a combattere contro qualcosa di impalpabile e intangibile  che crea la società che le circonda.
Per Cecilia liberarsi dall'incubo della sopraffazione e del sopruso diventa un segno di ribellione da portare al termine anche con la vendetta, facendo scivolare, nel finale il film sui toni da revenge-movie.
Fintanto che The Invisible Man è sorretto dal twist narrativo di cui abbiamo parlato, il suo incedere è eccellente, da opera di grande spessore; quando poi ,dopo un prologo che vive sulla già citata magistrale prima scena e su una corposa parte centrale strutturata altrettanto bene, la storia svolta quasi sull'action e sul revenge, qualcosa si inceppa, anche perchè il grimaldello narrativo che cerca di dare una spiegazione alla invisibilità è francamente piuttosto debole e anche abbastanza sbrigativo.
Insomma un finale non perfettamente in linea con il resto del film e che convince poco impedisce al lavoro di Whannell di assurgere al livello dei migliori film dei genere visti di recente; nonostante ciò The Invisible Man è opera apprezzabilissima che vive su una messa in scena e su una regia capaci di sorreggere la tensione e l'autentica angoscia che si respira per larga parte del film.
Un grande contributo al film lo dà Elisabeth Moss: la sua Cecilia è una donna fragile , allo stremo delle sue forze, ma che trova un guizzo di ribellione prima per scappare e poi per saper affrontare i fantasmi del passato che sono poi le minacce del presente; la sua interpretazione è di notevole spessore , direi quasi eccellente nell'esprimere il terrore e la forza di combattere della protagonista.


1 commento:

  1. Elisabeth Moss è davvero superlativa in ogni cosa che fa. A me il film è piaciuto molto per le atmosfere e per lei.

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