Giudizio: 6.5/10
Cambiare vita ed identità
Nihat è un uomo di mezza età, introverso, taciturno e solitario che anche sul luogo di lavoro trova ben poche occasioni per socializzare. L'unica persona che sembra far breccia nel muro che lo circonda è la collega Ayse, stranamente e curiosamente attratta da lui.
Il rapporto tra di due , fatto di pochi gesti e ancor meno parole sembra però avere una sua stabilità che raggiunge addirittura dei momenti di piccola tenerezza, fino a quando dapprima una strana e stupefacente somiglianza dell'uomo col marito carcerato della donna e una serie di eventi apparentemente slegati conducono dritti in un racconto che fa della circolarità narrativa il suo punto forte.
Quello che all'inizio sembra un racconto che strizza l'occhio all'Hitchcock di La donna che visse due volte, diventa pian piano una riflessione sulla celata (ma non tanto) aspirazione dell'uomo a cambiare vita, sacrificando persino la sua identità.
Il regista (ma non solo) turco Tayfun Pirselimoglu, sceglie un film dai toni lenti, introspettivi per raccontare una storia di solitudine incrociata che trova nella ricerca di un'altra identità la sua via d'uscita.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it
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