Giudizio: 6/10
Anche gli showbiz manager hanno un'anima?
Il secondo lavoro da regista di Andrew Fung appartiene di diritto a quella ondata di commedie HKesi ambientate nel mondo dello showbiz: chiarissimo il richiamo a Diva, e non solo per la presenza dello stesso attore protagonista, Chapman To.
The Midas Touch però tende a non prendersi troppo sul serio sin dall'inizio che costituisce il primum movens di tutta la storia che parte in maniera quasi demenziale ma poi si affida ad un canovaccio logico e strutturato.
Chiu è un tirapiedi mandato a riscuotere i debiti del proprietario di una agenzia di modelle; il tapino non avendo da pagare si vede sequestrare dai riscossori tutto, compreso lo staff composto da sette belle figliuole giovanissime ed imbranate ma che aspirano alla gloria da star.
Chiu, che crede di avere l'occhio lungo, si mette in affari utilizzando la stuola di fanciulle convinto di farle diventare delle starlette e di guadagnarci sopra un sacco di soldi.
Prima ci prova ad utilizzarle come escort e la cosa finisce male, poi, capisce di avere bisogno di qualcuno con le spalle più grosse ed entra in società con Suen , a sua volta appena scaricata dalla star di cui era l'agente.
L'accoppiata cerca di forgiare le fanciulle ognuna delle quali sa fare qualcosa ma che con il mondo dello spettacolo c'entra poco ( una sa palleggiare in eterno con la racchetta da ping pong, un'altra sa emettere fino a 100 rutti coi quali fa composizioni canore, un altra è appassionata di arti martziali...), alla fine i risultati sembrano arrivare così come anche i creditori.
Funziona bene nel film il ruolo di Chiu, un eccellente Chapman To, ormai perfettamente a suo agio nei ruoli da mattatore assoluto, funziona anche la masnada di belle ma incapaci che però trovano la strada del successo, funziona meno il complesso della storia troppo spesso a cavallo tra commedia demenziale e commedia brillante, col risultato di non essere nessuna delle due, come conferma anche il finale che sembra voler regalare anche la sua facile morale: anche i manager hanno un'anima e anche l'incapace può diventare star.
Come tradizione però la commedia HKese , anche quando leggera e senza pretese come questa, sa regalare buoni momenti e sprazzi di ironia rivolta allo stesso ambiente dello spettacolo , cui contribuiscono anche qui le comparsate di turno di illustri personaggi (Nicholas Tse su tutti, che riusciamo a vedere nei suoi 2 minuti di parte persino sulla tazza del gabinetto).
L'accoppiata Chapman To-Charlene Choi funziona , soprattutto nell'ottica della totale mancanza di studio e approfondimento dei personaggi : una coppia che sa ben interagire e che si completa armoniosamente.
D'altronde meglio buttarla in burla piuttosto che lanciarsi in seriose e ,quasi sempre ,pedanti, riflessioni sul mondo dello spettacolo: film da pomeriggio uggioso in casa con qualche conforto (popcorn, bevande varie) a portata di mano e qualche risata la strappa di sicuro.
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