Giudizio: 5/10
In una anonima cittadina del Midwest americano una liceale scompare , e noi osserviamo in quali circostanze proprio nell'incipit del film; questo fatto drammatico scatena una serie di eventi nella popolazione che progressivamente diventano preminenti rispetto alla scomparsa stessa della cheerleader.
Sembra quasi che un evento così potente e tragico funga da stura nei rapporti tra le persone, nei misteri che aleggiano e nei segreti che vengono covati.
Siamo quindi a Twin Peaks ? No, e non solo perchè la cittadina immaginaria divenuta nota grazie a David Lynch non stava nel Midwest, ma soprattutto perchè nonostante il regista venga evocato in maniera quasi parossistica in tutta la durata del film, Knives and Skin è opera che non riesce neppur lontanamente ad avvicinarsi al capolavoro di David Lynch.
Sembra però che per la regista Jennifer Reeder il far apparire il suo lavoro come una infinita citazione-omaggio lynchiana sia l'obiettivo principale tale è l' insistenza con cui cerca di rimandare al cinema del Maestro.
La scomparsa di Carolyn, come detto, dà il via ad una serie di eventi e di situazioni nelle quali emergono gli aspetti più segreti e nascosti dei vari personaggi, a partire dai genitori della ragazza stessa per finire alle amiche , agli amici e ai genitori di questi.
Jennifer Reeder per la verità cerca anche di arricchire il film con momenti che stimolano l'emotività quali la storia saffica tra due delle amiche della ragazza scomparsa, descritta con grande tenerezza e delicatezza oppure lo sviluppo della tematica della perdita e della elaborazione della stessa cui vanno incontro tutti coloro che avevano Carolyn nel cuore, ma quello che alla fine emerge è sempre il rimando al paradigma lynchiano, non solo nella sostanza della storia, ma anche nelle tecniche di ripresa, nella costruzione dell'immagine e che si traduce in uno sterile e insistito citazionismo.
D'altronde Knives and Skin fatica a trovare posto in un genere definito: potrebbe essere un teeen movie oppure un thriller ad impronta psicologica, oppure un racconto dai toni quasi surreali e , per tale motivo, risulta ancora più prepotente e in certi frangenti addirittura fastidioso il riferimento al Lynch di Twin Peaks.
Interessante avrebbe potuto essere quello che nelle intenzioni della regista il film voleva essere ; la Reeder ha infatti definito il suo lavoro " a neo-feminist thriller", ed in effetti se prendiamo quella che è la prospettiva più interessante con cui racconta la storia , cioè quella delle tre amiche del cuore della scomparsa, Afra, April e Joanna, Knives and Skin può apparire il classico coming of age movie ambientato in una comunità che sprizza machismo (basti pensare al personaggio del giocatore di football e ai suoi amici) e dal quale le tre ragazze cercano di affrancarsi; il problema però è che la tematica è sviluppata con troppa poca forza e non emerge prepotente come avrebbe dovuto essere per dare una struttura narrativa più solida al film.
Insomma Knives and Skin appare la classica occasione persa; se solo la Reeder avesse cercato di dare un tocco più personale e sviluppare le tematiche più interessanti e più potenzialmente fertili della storia, invece di insistere sulla descrizione di una comunità e di un ambiente seguendo schemi abusati, il lavoro sarebbe stato senz'altro di spessore diverso.
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