lunedì 20 gennaio 2020

Bacurau ( Juliano Dornelles , Kleber Mendonca Filho , 2019 )




Bacurau (2019) on IMDb
Giudizio: 7/10

Siamo in un futuro prossimo, ma non aspettiamoci effetti speciali o momenti distopici e stranianti, sono pochissime le concessioni che ci ricordano di rado che stiamo parlando di un futuro seppur prossimo.
Bacurau è un piccolo villaggio  del Sertao del Nordest del Brasile, tristemente noto per la  interminabile siccità che ha colpito la regione, che cerca di vivere con le semplici regole della convivenza, nonostante la siccità, le bande e una situazione politica nazionale caotica in cui uno dei programmi televisivi è la diretta giornaliera per trasmettere le esecuzioni pubbliche a San Paolo.
Sembrerebbe insomma un luogo che cerca di far fronte all'avanzare del caos, che resiste alla violenza del Potere centrale, quasi un villaggio ultima frontiera prima dell'apocalisse.
La morte della patriarca della comunità Carmelita , 94 anni, sembra far precipitare il villaggio nel più completo terrore, perchè iniziano a verificarsi morti violente che assomigliano a veri e propri stermini.


Per Bacurau è giunto forse il momento di soccombere e di rientrare nei ranghi nei quali i poteri forti vogliono tenerlo: il paese scompare dalle mappe, il rifornimento d'acqua diventa complicatissimo, gli stermini si susseguono e il politicante  della zona , tutte promesse e ben pochi fatti, arringa il paese con la sua demagogia.
Con il passare del tempo qualcosa viene alla luce: una banda di americani a metà strada tra i mercenari e i folli guerrafondai  ha intrapreso un gioco mortale con la complicità dei poteri politici.
La parte finale, che rimanda allo splatter tarantiniano, chiude il cerchio su un racconto che si fa metafora.
Bacurau infatti è anzitutto una lunga digressione allegorica che abbraccia varie tematiche essenzialmente legate alla violenza del potere, che strizza l'occhio a vari generi (fantascienza, horror, thriller, storie di cangaceiros che nel nord est del Brasile nacquero) ma che nel suo intimo è un lavoro di aperta critica sociale e politica, la descrizione di un potere che sopprime i deboli, appiana le diversità e non si fa scrupolo alcuno a rivolgersi ad autentici sicari professionisti, persino dei nazisti fuori tempo massimo.

Kleber Mendonca Filho e Juliano Dornelles costruiscono la loro storia con i canoni classici del film che si struttura strada facendo: le iniziali atmosfere da racconto etnologico lasciano presto il passo ai toni più cupi fino a ad approdare al dramma sanguinoso; elemento centrale rimane sempre la metafora di cui Bacurau si nutre fin troppo; è infatti proprio il calcare la mano sull'aspetto allegorico fino a spingerlo alle forme più banali e leggibili che è il problema principale del film: in questa maniera , tramite una sorta di banalizzazione, la metafora perde la sua forza proprio perchè troppo insistita  e poco potente nella sua prevedibilità.
Di certo Bacurau è lavoro per molti versi notevole, anche l'aspetto tecnico in molti passaggi è apprezzabile,  la tensione e il senso di disagio che causa, soprattutto nella sua parte finale, ne fanno lavoro degno di nota; ma la gestione dell'allegoria contenuta nel suo interno e che costituisce il nocciolo della pellicola non è all'altezza del resto.
In un lavoro in cui di fatto non c'è un protagonista e , caso abbastanza raro nel cinema contemporaneo, la conduzione della storia ha più i caratteri della coralità, due sono gli interpreti che emergono in maniera imperiosa: Sonia Braga, in maniera addirittura superiore a quanto mostrò in Aquarius , opera sempre di Kleber Mendonca Filho di un paio di anni orsono,  eroina impavida e alcolizzata del paese, di certo meno affascinante che nel precedente lavoro ma probabilmente ancora più brava e Udo Kier, grande attore tedesco un po' troppo sottovalutato , uno dei protagonisti, forse il più detestabile.


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