martedì 14 gennaio 2020

The Souvenir ( Joanna Hogg , 2019 )




The Souvenir (2019) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

Siamo a Londra, nei primi anni 80, Julie , una giovane studentessa di Cinema, prepara il suo lavoro di diploma , lavorando intorno a una storia di legame madre-figlio fortissimo e inscindibile; attraverso il cinema la giovane cerca di aprirsi al mondo e di comprendere se stessa e quanto la circonda; ad una festa incontra un uomo più grande di lei , Anthony, che si presenta come impiegato del Foreign Office e che mostra subito dell'interesse per la giovane aspirante cineasta e per la sua arte.
Ben presto però questa relazione che tanto sembra essere capace di donare a Julie si tinge di fosco e di drammatico a causa della dipendenza da eroina che affligge Anthony.
Il racconto, in buona parte autobiografico, si impernia decisamente sul rapporto di Julie con Anthony e sulla funzione di filtro che funge rispetto all'esistenza della ragazza, al suo rapporto con la scrittura e con la ripresa cinematografica e con l'arte in genere; non a caso il titolo prende spunto da un quadro che Anthony fa vedere a Julie, The Souvenir appunto di Jean-Honorè Fragonard.


E' indubbio che la relazione con Anthony, persona di fascino, più grande di lei, per molti aspetti misteriosa, almeno finchè scoprendo la sua dipendenza Julie non squarcia un velo che nasconde un baratro, funge da traino , da ispirazione quasi per la ragazza; poi pian piano tutto si trasforma in una inumana lotta contro un mostro, come spesso sentiamo dire dai due. 
Ma il mostro è la dipendenza di Anthony, o il suo sfruttare la ragazza o Julie che guarda l'uomo con severità e pronta a giudicare?
Accanto al tema fondamentale del rapporto malato tra i due, Joanna Hogg, inserisce nel film continue riflessioni sul senso dell'arte cinematografica, sul suo rapporto con la realtà, sulla capacità di saper sviluppare una storia: il risultato è un film che ha una certa cifra stilistica, rigoroso, in alcuni tratti vicino alle forme cinematografiche del cinema britannico di Terence Davies, anche se i modelli dichiarati che hanno influenzato il suo cinema sono altri.

La regista fà di tutto per imprimere il suo stile sull'opera: immagini spesso fisse con lenti movimenti, colori che aiutano a ricordarci che stiamo assistendo ad una storia di 30 anni fa, un rigore formale  a tratti addirittura ossessivo, il continuo tentativo di tenere questa storia tossica al centro del racconto, soprattutto nell'ottica della protagonista che da un alto mostra il suo candore giovanile persino innocente, la sua profonda ingenuità e dall'altro però il suo lento scivolare in una relazione opprimente e autodistruttiva.
L'estremo gusto per la formalità stilistica viene assecondato dalla fotografia di David Raedeker, e persino la scelta delle musiche , che varia da Verdi a Bartok dai Pretenders a ai Bauhaus, concorre a dare un tocco di eleganza alla pellicola, che d'altra parte però soffre di alcune pecche, soprattutto nel suo cercare di mettere insieme  la vita artistica di Julie con quella personale: non sempre il connubio riesce in maniera armonica.
A chi The Souvenir è piaciuto ha già in serbo l'attesa per il sequel che la regista, con una operazione francamente poco convincente, sui titoli di coda ci anticipa: la seconda parte infatti è già in post produzione e probabilmente chiuderà il cerchio sul percorso artistico , oltre che personale della protagonista, ottimamente interpretata da Honor Swinton Byrne, figlia di Tilda Swinton, presente anch'essa nei panni della madre di Julia; un cenno va riservato anche a Tom Burke bravo nel tratteggiare il mistero e le contraddizioni che circondano il personaggio di Anthony.

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