lunedì 6 gennaio 2020

Still Human / 淪落人 ( Oliver Siu Kuen Chan / 陳小娟, 2018 )




Still Human (2018) on IMDb
Giudizio: 7/10

Lavoro tra i più apprezzati nel panorama cinematografico dell'anno in Asia, e indiscusso trionfatore per il 2019 del cinema di Hong Kong ( ha riscosso premi da pubblico e critica in maniera convinta), Still Human è l'opera prima della giovane regista di Hong Kong Oliver Chan, trionfatrice, tra l'altro anche del Gelso d'Oro al Far East Film Festival di Udine del 2019.
Ogni anno il cinema della ex colonia britannica ci consegna qualche lavoro che ha dominato la scena e si è imposto in maniera quasi plebiscitaria e quasi sempre sono lavori che mostrano delle tematiche sociali particolarmente sentite nella popolazione.
Still Human ci racconta di un uomo disabile, ridotto sulla sedia a rotelle perchè paralizzato dal busto in giù, solo, dato che la ex moglie è migrata anni prima negli Stati Uniti col figlio, ora prossimo alla laurea, dove si è costruita una nuova vita; l'unico a prendersi cura di lui è un ex collega che prova  un forte senso di riconoscenza e che gestisce anche il traffico di badanti che si susseguono perchè  Cheong Wing, il protagonista, è giusto dirlo, è un bel rompiscatole bisbetico, abbrutito dalla solitudine e da una vita senza prospettive.


L'ultima badante assunta è una giovane immigrata filippina, fuggita da un matrimonio fallimentare e che come tutte le lavoratrici all'estero lavora anche per racimolare un po' di soldi per la sua famiglia rimasta in patria.
La ragazza, Evelyn, capisce subito che il suo sarà un impegno duro e difficile, anche se dopo un iniziale periodo di belligeranza i due riescono a trovare qualche punto di contatto; in effetti Evelyn è ragazza di grande sensibilità che mal volentieri ascolta i consigli delle sue connazionali che incontra tutte le domeniche nel giorno libero che la mettono in guardia dal datore di lavoro; anzi è una donna che vive la sua vita rincorrendo ancora un sogno, quello di poter diventare una fotografa.
Il tema del sogno da inseguire è uno degli assi portanti del racconto, perchè anche Cheong Wing ne ha uno: quello di rivedere il figlio, finalmente laureato in America.
I due insomma partendo da una base di diffidenza reciproca instaurano invece un rapporto di affetto, che rende meno solitaria la loro vita, Evelyn diventa fondamentale per l'uomo e a sua volta questi è capace di regalare un affetto vastissimo alla sua badante.

Sfruttando la ciclicità delle stagioni Still Human si svolge sul periodo di un anno, fino al finale agrodolce.
Come già accennato, Still Human è opera che basa molto del suo appeal sullo sguardo rivolto ad alcuni temi della società hongkonghese: la solitudine degli anziani e dei disabili, il ruolo degli immigrati nella famiglia dove arrivano con mansioni umili e spesso diventano dei pilastri fondamentali nella vita di molte persone, il persistente problema degli alloggi, soprattutto quelli popolari, dove l'assistenza sociale ha relegato il protagonista e infine le famiglie disgregate da diaspore verso nuove terre dove fare fortuna.
Sono tutti temi che non solo riscontrano l'interesse sociale, ma che all'interno di una storia sono in grado di calamitare l'attenzione , soprattutto quando diventano dei trigger emotivi che furbescamente possono essere inseriti per creare una facile empatia e una strisciante commozione.
Possiamo dire, che sebbene al primo film, la regista , per fortuna non si è fatta prendere la mano da simili situazioni , anche se qualche momento del film è un po' troppo ruffiano e furbetto, oltre ad essere un po' troppo insistita la tematica del sogno da inseguire; nel complesso però Oliver Chan se l'è cavata dignitosamente costruendo una storia che ondeggia tra la commedia e il dramma, il sorriso ( non la risata) e la lacrima in agguato e che tutto sommato mostra un ottimismo misurato.
Il film, inutile dirlo, ruota sostanzialmente intorno i due personaggi principali: se Anthony Wong non ha bisogno di alcuna presentazione , e comunque riesce ad essere convincente anche in un ruolo non propriamente suo, la vera sorpresa è Crisel Consunji, origini filippine ma ormai stabilitasi ad Hong Kong da tempo, non a caso pluripremiata per una interpretazione eccellente di un personaggio tutt'altro che facile.

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