sabato 4 gennaio 2020

Pinocchio ( Matteo Garrone, 2019 )




Pinocchio (2019) on IMDb
Giudizio: 8/10


L’incipit  per un attimo sembra voler creare un collegamento magico con quello che è il modello principe di tutte le versioni cinematografiche dell’opera di Collodi: il flauto che intona il motivo iniziale  rimanda in maniera talmente netta alla musica del Pinocchio di Comencini che la cosa non può che essere considerata sin da subito come una chiara e rispettosa citazione; per il resto , al di là di questo attimo che crea fugacemente  quasi una asimmetria temporale, la nuova opera di Matteo Garrone è un Pinocchio verrebbe da dire agli antipodi , che esclude qualsiasi paragone possibile nonostante sia praticamente inevitabile fare riferimento, seppur si spera fugacemente, al suo illustre predecessore.
Era un film questo che Garrone aveva probabilmente nel cassetto da molto tempo, perché se c’è un aspetto che emerge nettissimo dopo la visione della pellicola è il profondo rispetto che nasconde un amore viscerale per l’opera letteraria da parte del regista soprattutto perché , con i limiti temporali imposti dalla durata idonea alle sale, questa versione garroniana è tremendamente fedele allo scritto, un omaggio filologico allo scrittore toscano e alla sua straordinaria fiaba che rimane di certo una delle opere letterarie più conosciute non solo in Italia ma anche nel resto del mondo.


La fedeltà al testo insomma come premessa fondamentale che spazza via ogni possibile dubbio su interpretazioni personali ; Garrone , caso mai, e sappiamo quanto bravo sia in questa operazione, fortifica la sua prospettiva dell’opera attraverso tutto ciò che è di contorno , ma anche nella sostanza dei vari personaggi.
Il Pinocchio del regista romano è un’opera che si libera del moralismo col quale spesso è stata interpretata la fiaba del burattino: Pinocchio agli occhi di Garrone è il fanciullo che si affaccia al mondo e che mosso dalla sua grandissima curiosità è disposto anche ad infrangere qualche regola pur di conoscere ogni angolo di quel mondo nel quale si ritrova , da ciocco di legno ad essere senziente che viene gettato in un mondo dove regna la povertà , dove il padre Geppetto, il falegname che lo crea, non ha un soldo neppure per mangiare; un mondo di deboli quindi , uno scorcio su una umanità rurale che è però  lo specchio stesso di un’epoca.
E lo sguardo di Garrone è infinitamente comprensivo, tollerante affettuoso verso questo burattino , che rimane sempre tale fino alla fine. Quando la fatina finalmente, colpita dalla sua generosità e dalla dimostrazione di amore verso il padre ritrovato, lo trasforma in ragazzino, quel burattino che ormai comincia a mostrare i segni dell’usura grazie ad uno splendido lavoro di trucco, torna ad essere un inanimato pezzo di legno: Pinocchio diventa bambino perché ha saputo dimostrare di aver capito come funziona il mondo, di avere sviluppato una coscienza e una etica personale da essere umano dotato di sentimenti e di intelletto e non perché è stato bravo, buono e obbediente.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Condividi