Giudizio: 7/10
La famosa cantante Wan Wenfang viene uccisa nel proprio camerino pochi attimi prima del suo spettacolo ad Hong Kong,viene subito sospettato un giovane visto fuggire dal luogo del delitto.
Il procuratore che segue il caso, Wu Zhengwei, è convinto della colpevolezza del giovane che appare fin troppo ovvia sin dall'inizio a dire il vero e soprattutto si trova di fronte come avvocato difensore Lan Duanmu con la quale ebbe qualche anno indietro una intensa storia d'amore finita male, allorquando la donna decise di trasferirsi a Pechino per esercitare la professione.
Lo scontro tra i due quindi si concretizza su più piani, non solo professionali e , soprattutto, man mano che le indagini vanno avanti si capisce che il caso appare ben più complicato di quanto si potesse pensare: anzitutto perchè c'è un altro personaggio, Tian Jingcheng, agente e confidente della cantante nonchè ad essa legato da una sorta di adorazione, che sembra poter conoscere qualcosa che potrebbe risolvere il caso.
E soprattutto c'è un passato anche lontano tutto da decifrare al quale immancabilmente si legano gli eventi contemporanei.
Seguendo la tecnica del colpo di scena cui segue il controcolpo e grazie al mosaico che lentamente mette ogni tessera la suo posto, si giunge al termine del racconto nel quale appunto è il passato doloroso che torna a galla a scrivere definitivamente la parola fine su una storia nella quale, seguendo quasi i dettami di un oscuro burattinaio nulla avviene per caso.
Curiosamente e stranamente rimasto tre anni in naftalina ( il film era pronto già nel 2016) l'opera prima di Zhou Ke è un buon thriller, solidamente costruito, con uno sviluppo avvincente, che per buona parte si trasforma nel più classico dei courtroom movies dal buon ritmo e che mescola la storia personale e professionale dei due protagonisti a quella tragica e dolorosa che sta alla base del delitto.
Il regista si affida molto spesso a validi e rapidi flashback per intessere il substrato narrativo che affonda negli anni della giovinezza della cantante Wan, quando per potere accedere al mondo della musica si trovò costretta a compiere atti dolorosi che la hanno segnata per tutta la vita.
Il resto lo fanno due eccellenti attori in evidente stato di grazia ( Zhou Xun e Francis Ng) che duettano spesso e volentieri in maniera serrata e che riescono a creare da subito una buona alchimia tra di loro.
Remain Silent è lavoro che può contare su una buona forma elegante, su un discreto ritmo narrativo e che affronta tra le pieghe uno dei problemi che maggiormente hanno afflitto la società cinese, quello dei figli considerati troppo spesso ostacolo al raggiungimento dei propri risultati nel lavoro.
Il pregio maggiore che dimostra il regista è quello di mantenere sempre toni mai esagerati, di costruire una storia che appare credibile che raramente deraglia e di sapere ben armonizzare il rapporto tra avvocato e procuratore sia nel suo aspetto più squisitamente privato che in quello professionale, affrontando infine con equilibrio una storia che affonda nel passato e che si carica di dolore e di rancore livido.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.