La magia agli albori del Cinema
Anche l'Hkese Derek Yee non può fare a meno di cedere allo spettacolo in costume: con The Great Magician sposta l'orologio della storia agli albori della Cina post-imperiale, allorquando caduta la dinastia Qing il paese era in mano ad una lunga schiera di Signori della guerra, autentici satrapi locali con tanto di eserciti privati che si contendevano il dominio sull'Impero disgregato cui la nascente Repubblica non riusciva a dare un seppur minimo straccio di unità.
E' in quell'epoca che il regista colloca una storia in cui la miscela tra vari elementi è ben misurata ed efficace: film storico, storia d'amore, azione, commedia brillante, ben amalgamati e tenuti in piedi anche grazie ad una coppia di protagonisti di primissimo piano che danno il meglio di loro.
E' la storia di un mago che irrompe sulla scena stupendo tutti con numeri straordinari, ma che ha come scopo recondito quello di riportare a sè la donna amata, a suo tempo rapita e tenuta come concubina dal perfido signorotto Bully Lei che non riesce però ad infrangere il suo cuore, che tiene prigioniero il padre, illusionista-maestro del protagonista, custode di tecniche di magie strabilianti.
L'incontro-scontro tra il mago e il truce signorotto, le sfide dialettiche e le cospirazioni e l'inseguimento della stessa donna, pongono ben presto le basi per lo svilupparsi di una trama articolata , ad incastro in cui c'è spazio per ogni gusto cinematografico, compresa la magia e lo stupore per la nascente arte della pellicola.
Come spesso avviene nei film HKesi i ruoli si trasformano nel corso del racconto, l'inimicizia diviene vicinanza, i buoni diventano cattivi e viceversa, l'amore prende strade inattese, i tradimenti e i raggiri si svelano e il pirotecnico finale assembla tutto in stile adeguato.
The Great Magician è film divertente, ad alto budget, in cui non si risparmia nulla, che offre varie chiavi di lettura, dall'intrattenimento puro alle riflessioni sull'illusione e sulla magia, in cui la nota dominante è un ritmo da commedia che sa offrire dei momenti che si potrebbe osare definire memorabili: su tutti l'immagine di Lau ChingWan con tanto di cappello da cowboy e fondina calata sul fianco in perfetto stile John Wayne, ma anche una fugace apparizione di Tsui Hark dal braccio uncinato nel ruolo di un signore della guerra e , soprattutto nel finale, dei dialoghi vivacissimi e incalzanti in cui il film decolla a ritmi da cinema da azione.
Un lavoro insomma che sicuramente riscontrerà il gradimento di vasta fetta di pubblico, perchè c'è tutto , e fatto in maniera eccellente sia dal punto di vista tecnico con le ricostruzioni degli ambienti d'epoca sia dal punto di vista narrativo.
Aggiungiamo a ciò la coppia di star che nobilita il film ed avremo un risultato eccellente: Tony Leung ChiuWai nel ruolo del mago e Lau ChingWan in quello di Bully Lei sono garanzia assoluta di qualità, soprattutto il secondo regala una prova di quelle sopraffine oscillando dalla ferocia un po' spaccona alla irresistibile simpatia; naturale che anche gli altri attori, seppur di buonissimo livello, vivano un po' nell'ombra: Zhou Xun nel ruolo della giovane donna contesa e Yan Ni in quello di una delle mogli di Bully Lei.
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